Un grido silenzioso, un appello soffocato che tenta di rompere un silenzio così profondo da essere diventato assordante. Un silenzio che pesa, che copre, che nasconde, ma che non può più essere ignorato, quello di una madre che ha deciso di affidare i suoi pensieri ad alcune righe anonime inviate alla nostra redazione. Parole scritte da cittadina – spiega -, da persona che ama profondamente Isernia tanto da aver scelto di vivere e crescere i propri figli nel capoluogo pentro.
«La nostra Isernia ha tutte le potenzialità per essere un’oasi di pace, un luogo sereno dove i ragazzi possano diventare adulti responsabili e felici – dice -. Eppure, qualcosa sta andando storto. Negli ultimi tempi, sto assistendo – come tanti altri genitori – a fenomeni sempre più preoccupanti che coinvolgono i nostri giovani, spesso ancora minorenni. Alcuni episodi non possono e non devono più passare inosservati.
È ormai risaputo che in diversi esercizi commerciali della città di Isernia venga venduto alcol e persino tabacco a ragazzi e ragazze sotto i 18 anni. La legge su questo punto è chiarissima. Eppure, questi esercenti continuano indisturbati, senza alcuna conseguenza apparente. Perché non vengono sanzionati come previsto dalla normativa vigente?
Sempre più spesso, a tarda sera, capita di vedere adolescenti – visibilmente alterati dall’alcol – vagare per le strade del centro – prosegue l’autrice anonima della missiva -. Questa situazione non è più tollerabile. Nessuno interviene, nessuno sembra voler vedere. I rischi per la loro salute e la loro sicurezza sono evidenti, ma c’è un silenzio preoccupante intorno a tutto questo.
C’è poi un noto locale della cittadina che organizza concerti con artisti molto seguiti dai giovani. Nulla da dire sulla musica o sull’iniziativa in sé. Ma l’accesso a questi eventi è spesso consentito anche a ragazzi e ragazze ben al disotto dei 16 anni. Ancora più grave, in questi stessi eventi viene venduto alcol anche a minorenni. Tutto ciò viene apparentemente “legalizzato” classificando gli eventi come privati. Ma è davvero sufficiente questo escamotage per aggirare ogni regola? E soprattutto: le forze dell’ordine non hanno alcuno strumento per intervenire? Perché non si possono aumentare i controlli, magari con la collaborazione del Comune o con servizi di vigilanza dedicati? Chi tutela i nostri figli? Chi tutela i genitori che provano a educarli nel rispetto delle regole, ma si trovano soli, a lottare contro un sistema che sembra cieco, o peggio, complice? – si domanda la donna -. A questo si aggiunge un altro allarmante fatto: durante o al termine di queste serate, si verificano troppo spesso risse anche molto gravi, che coinvolgono ragazzi spesso giovanissimi.
Non si può più far finta di nulla: questi episodi rappresentano un pericolo concreto per la sicurezza dei ragazzi e testimoniano un clima di crescente degrado che va affrontato con urgenza. Non dovrebbe essere compito di una madre, per di più costretta a farlo in forma anonima per paura di ripercussioni, denunciare pubblicamente queste situazioni. Ma il silenzio non è più accettabile. Mi appello a chi di dovere: alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alla scuola, ai gestori dei locali, agli stessi ragazzi – e alle loro famiglie.
È ora di riportare al centro il senso di responsabilità. È ora di proteggere davvero i nostri figli» – firmato, una madre preoccupata.