Una sanzione complessiva di circa 130mila euro è stata comminata all’ex sindaco di Isernia Giacomo d’Apollonio e tutti gli amministratori che sedevano tra i banchi di maggioranza e opposizione a Palazzo San Francesco nel quinquennio 2016-2021, per inadeguatezza dei controlli interni, in materia contabile, nel periodo 2017-2019. A stabilirlo – con proprio decreto – è la Corte dei Conti: il provvedimento ha coinvolto tutti i 42 membri dell’assise civica. Le sanzioni sono state calcolate in base alla retribuzione mensile percepita da ciascun amministratore durante il periodo in carica: l’ex sindaco ha ricevuto l’addebito più oneroso, pari a circa 27mila euro. Gli ex assessori dovranno restituire somme comprese tra i 7mila e i 10mila euro, mentre per i consiglieri le cifre oscillano da 400 a circa 2mila euro.
«Non è una sentenza per danni erariali – ha detto all’Ansa l’ex sindaco d’Apollonio – anzi, possiamo vantarci di aver lasciato i conti a posto con anche quasi 20 milioni di euro nelle casse del Comune e dopo aver risolto una pesante esposizione debitoria. In pratica – prosegue d’Apollonio – è accaduto questo: la sezione regionale della Corte dei Conti elabora report annuali su come gli enti attuano, tramite regolamento, l’autocontrollo. Tali report, se rilevano l’inadeguatezza dei controlli interni, vengono inviati alla Procura della Corte dei Conti con la richiesta di applicare la sanzione per gli amministratori prevista dal testo unico degli enti locali. Questo è accaduto al Comune di Isernia. Da ricordare, come si evince anche dal decreto, che tale inadeguatezza è stata rilevata sin dal 2014 anche per le precedenti amministrazioni. Un anno fa c’è stata l’udienza davanti al giudice monocratico che ha firmato il decreto notificatoci con cui ha ridotto la sanzione del 30%, rispetto a quanto chiesto dalla Procura».
Ora si aprono due possibilità: il pagamento della sanzione o l’appello al collegio del Corte dei Conti. «Stiamo riflettendo per capire cosa fare – ha concluso l’ex sindaco – Ritengo ingiusto il decreto perché abbiamo lavorato bene e non abbiamo cagionato alcun danno erariale. Resta tanta amarezza dopo tante energie spese per il bene comune come è giusto che faccia ogni amministratore che ama la sua città».