Quando un giovane inizia a idolatrare personaggi di dubbia moralità sulla scorta del mito creato da alcuni racconti di fantasia e ricostruzioni estremamente romanzate, quando un imprenditore in crisi è costretto ad accettare “aiuti” da agenzie di servizi apparentemente pulite, quando la droga diventa cosa normale, come un aperitivo, significa che qualcosa di profondo è cambiato nel volto della criminalità.
Don Luigi Ciotti lo sa bene: ha dedicato interi decenni della sua vita a combattere l’illegalità e ora, davanti agli studenti del liceo Cuoco Manuppella di Isernia, lancia un avvertimento che suona come un allarme. La mafia non è quella dei film o dei pentiti: si è trasformata, mimetizzata, normalizzata.
«È stato fatto molto, ma in questo momento dobbiamo prendere coscienza che c’è una normalizzazione del problema nel nostro Paese – ha spiegato don Ciotti davanti a una platea attenta di giovani studenti -. Si è passati dal crimine organizzato mafioso al crimine normalizzato, così sul tema della droga, delle ecomafie, le agromafie, il gioco d’azzardo. Non possiamo permetterci che si considerino i giochi criminali in tutte le loro espressioni come “una delle tante cose”».
Secondo il sacerdote, questa evoluzione ha creato una zona grigia particolarmente insidiosa, dove convivono personaggi malavitosi che tentano di ripulirsi e riciclarsi, ma anche giovani che vivono nel mito dei boss mafiosi, arrivando talvolta a imitarli.
Un messaggio particolarmente significativo per il territorio molisano è arrivato dall’avvertimento di don Ciotti sui rischi di sottovalutazione del fenomeno: «Nessun territorio, nemmeno quello molisano, può dirsi immune dal contagio mafioso. Non c’è Regione d’Italia che può considerarsi esente».
Il fondatore di Libera ha poi evidenziato un fenomeno emergente che richiede particolare attenzione: «Abbiamo visto imprenditori in difficoltà, commercianti in difficoltà ad andare a chiedere l’intervento attraverso queste agenzie di servizi che le mafie hanno creato, ben camuffate». Un meccanismo che sfrutta le difficoltà economiche per creare nuove forme di dipendenza e controllo territoriale.
L’incontro con don Ciotti rappresenta l’ennesimo appuntamento di prestigio per il liceo Cuoco Manuppella, che ha costruito una programmazione di alto profilo. «Quest’anno abbiamo avuto tantissime attività di grande livello, penso a quelle con il professor Cottarelli, con il professor Musacchio, fino alla presenza di Don Ciotti che ci onora moltissimo» – ha commentato con soddisfazione la dirigente scolastica Maria Teresa Vitale. Un percorso educativo, quello dell’Istituto scolastico isernino, che mira a formare cittadini consapevoli, capaci di riconoscere e contrastare ogni forma di illegalità, partendo proprio dalla comprensione dei meccanismi attraverso cui la criminalità tenta di normalizzarsi e infiltrarsi nella società civile.