Un dato che la terza edizione del “Libro Nero dell’azzardo” definisce scioccante, quello di Isernia, che secondo le analisi condotte da Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon, vive un’allarmante fase di crescita del fenomeno del gioco d’azzardo online. Il più piccolo capoluogo d’Italia è infatti primo per spesa pro-capite nella fascia d’età tra i 18 e i 74 anni: 6.853 euro giocati online nel 2024, con una crescita del 155% in appena due anni. Valore più alto del doppio della media nazionale, e il più elevato a livello nazionale tra i comuni con più di 10mila residenti. In termini assoluti, basti pensare che la raccolta online per Isernia nel 2024 è stata di +39,8 milioni di euro rispetto al 2023, e di +93,87 milioni di euro rispetto al 2022. Il primato negativo che emerge in maniera nitida dai numeri: nel 2022 la città registrava 2.686 euro di giocate pro-capite, saliti a 4.143 nel 2023, fino al dato record del 2024. Una cifra che supera di sei volte quella di Treviso e quasi quattro volte quelle di L’Aquila e Ancona.
Ma non è solo il capoluogo a preoccupare: l’intera provincia pentra si colloca al primo posto in Italia per giocato pro-capite online, precedendo tre province siciliane e tre campane nella classifica nazionale.
Secondo l’analisi che viene fatta in premessa nello studio, la spiegazione di questi numeri anomali arriverebbe dalla relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento, basata sui dati 2024 della Direzione investigativa antimafia, per cui il territorio molisano, pur non avendo formazioni criminali autoctone, offre un terreno fertile per l’espansione delle mafie provenienti da regioni limitrofe come Puglia, Campania e Lazio. Le mafie campane e pugliesi avrebbero infatti avviato programmi di espansione in Molise attraverso il traffico di stupefacenti e il riciclaggio dei proventi illeciti. E nella provincia di Isernia, le interdittive antimafia emesse confermano la presenza di soggetti appartenenti o contigui a sodalizi mafiosi che utilizzano il territorio molisano come rifugio per sottrarsi alle azioni di contrasto. L’aumento così vertiginoso del gioco online nella provincia pentra, quindi, potrebbe essere indice di potenziali infiltrazioni di malavita organizzata ed economia grigia che utilizzano l’azzardo in remoto come modalità conveniente per il riciclaggio di capitali sporchi.
Ad ogni modo, il caso di Isernia si inserisce in un quadro nazionale preoccupante. Secondo l’analisi di Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon, l’azzardo online in Italia ha raggiunto i 92,1 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 12,2% rispetto all’anno precedente. I conti attivi online hanno superato i 20 milioni, prossimi a uno ogni due cittadini nella fascia 18-74 anni.
La raccolta complessiva dell’azzardo in Italia nel 2024 ha toccato i 157,4 miliardi di euro, equivalenti al 7,2% del Pil e superiori di 20 miliardi rispetto alla spesa sanitaria nazionale. Le perdite per gli italiani sfiorano i 23 miliardi, corrispondenti al reddito medio netto di 1 milione e 150mila lavoratori a tempo pieno.
Il superamento del canale online su quello fisico riguarda soprattutto il centro-sud. Non a caso, nella classifica delle province italiane per l’azzardo da remoto, dopo Isernia seguono Siracusa, Messina, Palermo, Salerno, Napoli e Caserta.
Dati che secondo gli esperti del “Libro Nero dell’azzardo” non sono affatto casuali ma riflettano «pericolosamente la mappa dei fenomeni di illegalità».
«Da sempre sviluppiamo la collana dei nostri report non per sostenere tesi proibizionistiche ma per contribuire, attraversi i dati, a fornire strumenti di consapevolezza a chi si approccia all’azzardo – spiegano gli autori nel “Libro Nero dell’azzardo” -. Questo in uno Stato che prosegue spedito sulla strada caratterizzata dalla “propria condizione di dipendenza” dalle (sempre meno) entrate erariali e dai sempre maggiori costi sociali. Costi che sempre più coinvolgono il nuovo mercato dell’azzardo, quello sul quale stanno investendo a livello globale tutti i grandi players concessionari, il mercato dei giovani e dei giovanissimi. L’opera in atto di “normalizzazione” dell’azzardo nella vita quotidiana è evidente ed è funzionale ad allevare la futura generazione di giocatori, sempre più tecnologici, sempre più ricettivi, sempre più fragili».

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