Ignorando il provvedimento emesso nei suoi confronti è evasa dai domiciliari. Per questo i carabinieri della Stazione di Isernia hanno tratto in arresto Filomena Spada.
La donna finì in manette nell’ambito della vasta operazione antidroga condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia. L’operazione denominata in codice “New Opening”, portò in quell’occasione all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone. Una venne trasferita in carcere, mentre per gli altri vennero disposti di domiciliari.
Le misure vennero emessa dal Gip del Tribunale di Isernia, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Le indagini, si ricorderà, permisero di smantellare un’attività criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti tra Isernia e altri comuni della provincia. Vennero condotte oltre che attraverso attività tradizionali quali i servizi di osservazione, pedinamento e controllo, anche con attività tecniche, quali intercettazioni telefoniche e riprese video fotografiche.
Filomena Spada, 30enne, è legata da rapporti di parentela diretta con appartenenti al “clan Spada”, operante nella zona del litorale di Ostia, al cui vertice vi è lo zio Carmine Spada, alias “romoletto”, mentre un altro zio, Roberto Spada, è salito alla ribalta della cronaca nazionale per l’aggressione ad un inviato di una trasmissione della Rai che provava a fargli una intervista, colpendolo violentemente con una testata al volto.
Gli arrestati si rifornivano proprio nella zona di Ostia lido, di considerevoli quantità di sostanze stupefacenti, del tipo eroina, cocaina, crack, hashish e marijuana, che venivano poi spacciate ad Isernia e comuni limitrofi. Durante lo sviluppo delle indagini, oltre al sequestro di stupefacenti, nonché di denaro contante quale provento dell’attività di spaccio e di materiale utilizzato per la pesatura e la confezione delle dosi, fu individuato un rilevante numero di acquirenti, tra i quali purtroppo anche giovani studenti degli istituti scolastici del capoluogo “pentro”. Convenzionale il linguaggio utilizzato per l’acquisto delle dosi di stupefacenti: portami una “pizza”, preparami il “torrone”, mi vengo a prendere il “caffè”, queste erano alcune delle frasi captate durante le intercettazioni telefoniche, con le quali i soggetti coinvolti tentavano di criptare il discorso.
Cosa ancor più grave accertata dagli inquirenti è che durante l’attività di spaccio, nel tentativo di eludere o scoraggiare i controlli, gli indagati utilizzavano in più circostanze i loro figli anche molto piccoli, portandoli con loro a tutte le ore del giorno e della notte.
Proprio per il fatto che la donna è madre di bambini in età minore, dopo le formalità di rito è stata risottoposta su disposizione della competente Autorità Giudiziaria agli arresti domiciliari.

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