Redistribuzione della popolazione scolastica di Isernia: un tema che infiamma da tempo il dibattito in città e che ieri pomeriggio è finito al centro di un’adunanza aperta a Palazzo a San Francesco.
Un’assemblea animata da un confronto acceso che ha coinvolto l’amministrazione e i genitori degli studenti.
Motivo del contendere, come è noto da tempo, la scelta della Giunta di realizzare due poli scolastici, uno a San Leucio e l’altro a San Lazzaro, con l’obiettivo di garantire a tutti una sede adeguata e sicura. Una scelta contestata dal comitato ‘Giovanni XXIII’ che invece chiede di portare le due medie nell’edificio in fase di completamento in via Umbria. Proposta ribadita anche ieri, ma per il sindaco Giacomo d’Apollonio e l’assessore all’Istruzione Sonia De Toma non è percorribile, soprattutto per una questione di continuità didattica.
Il primo cittadino ha poi evidenziato la necessità di trasferire in tempi brevi l’Andrea d’Isernia nella nuova struttura perché l’edificio che ha ospitato la scuola fino a questo momento presenta troppe criticità così come evidenziato da una perizia eseguita dall’Unimol. «Ne ho sentite di tutti i colori – ha affermato d’Apollonio – ma tutto quello che si fa è nella massima trasparenza e obiettività, senza favoritismo alcuno. Da quando ci siamo insediati ho sempre assunto le responsabilità del caso senza sottrarmi a questo nemmeno nei momenti più difficili. Abbiamo accettato questo incontro per chiarirci e dimostrare che non abbiamo nulla da nascondere».
L’assessore De Toma ha poi ripercorso tutte le tappe che hanno portato alla realizzazione del piano. «A giugno del 2017 – ha ricordato – abbiamo comunicato il trasferimento dell’Andrea di Isernia nel nuovo edificio d via Umbria per questioni di numeri e per ragioni di sicurezza. Dopo varie riunioni con i dirigenti e confronti con i comitati, è stato messo a punto il piano che prevede la realizzazione di due poli. Uno al centro della città e uno a San Lazzaro, che comunque è una zona centrale. Non abbiamo ragionato da soli, ma nel rispetto di tutte le persone che compongono l’ambiente scolastico. A San Lazzaro verrà creato un polo dove ci saranno scuola primaria, asilo e medie».
Presente all’incontro anche la dirigente scolastica della Giovanni XXIII Rossella Simeone, che ha ribadito il sostegno dell’istituto alla proposta del comitato. «La Giovanni XXIII – ha sottolineato – è la prima scuola in provincia, oggi è azzerata e 9 professori perderanno il posto di lavoro.
Noi abbiamo accolto tutti gli alunni e li abbiamo inseriti integrandoli. Sto chiedendo spazi ed aule per un’offerta formativa capace di saper ospitare tutti gli studenti. Abbiamo bisogno di un ambiente dove collocare anche i nostri ragazzi dell’indirizzo con la lingua spagnola. Abbiamo 10 bimbi autistici e 35 alunni con disabilità. La norma prescrive che per gli alunni portatori di handicap è necessaria un’area di relax. Sul tavolo sono state portate tutte le criticità e mi spiace che il nostro lavoro di analisi non sia stato apprezzato».
Di tutt’altro avviso la dirigente della San Giovanni Bosco Mariella Di Sanza. «La proposta era lì, non l’ho concordata – ha evidenziato -. Ma sono d’accordo con questa scelta. L’idea dei poli parte da lontano. Ed è condivisibile sotto tutti i profili. San Lazzaro conta 5mila abitanti ha diritto, per l’etica dell’uguaglianza, di avere una scuola media. Ho sostenuto i due poli anche quando ero in amministrazione e non era quella l’attuale. Rappresento un’istituzione e penso che dobbiamo arrivare al terzo polo, che è quello di San Pietro Celestino che deve tornare nel centro storico. Noi non strumentializziamo gli alunni – ha poi sottolineato -. Gli istituti comprensivi sono nati quando ero consigliere. Nella fase di costituzione, la scuola di San Leucio è stata accorpata alla Giovanni XXIII e la San Pietro Celestino alla San Giovanni Bosco, con un divario di 250 alunni in favore della prima. Attualmente le classi perse dalla Giovanni XXIII non sono state ‘guadagnate’ dalla Bosco – ha poi precisato -. Il sindaco ha detto di conservare intatto l’organico è così è stato. C’è un calo generale di nascite, non si può accusare di questo l’amministrazione».

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