A una settimana dal voto continua ad animare il dibattito l’implosione del centrodestra legato alle elezioni del presidente della Provincia di Isernia. Una spaccatura all’interno della coalizione che, come tutto sommato era prevedibile, rischia di avere ripercussioni anche all’interno della maggioranza a Palazzo San Francesco. Sul piede di guerra il gruppo consiliare dei Popolari per l’Italia che ‘punta il dito’ contro quella parte della coalizione rea, ad avviso dei sei consiglieri, di non aver sostenuto il nome del candidato espresso dal tavolo dei partiti: vale a dire il sindaco di Frosolone Felice Ianiro.
«Sia chiaro – affermano -, il neo presidente eletto Alfredo Ricci riceve il nostro augurio di buon lavoro! Tuttavia, i Popolari per l’ Italia, presenti nel Consiglio Comunale di Isernia nello schieramento di maggioranza del centrodestra e, quindi, grandi elettori nell’ elezione del presidente, devono intervenire nella questione sorta all’ esito della stessa votazione e divulgata tra il pubblico.
Alieni da conflitti verbali senza contenuto che si rispetti e solo elevati a difesa di posizioni e comportamenti ambigui, e perciò anche inquietanti e devianti, sono invece orientati a difendere sempre la verità che pure in politica esiste».
La questione è ovviamente nota: chi era il candidato ufficiale alla presidenza provinciale del centrodestra? «Non par dubbio che questi era il sindaco del Comune di Frosolone – ribadiscono.
Lo dicono i documenti, le cronache e le testimonianze. Lo dice il vertice del centrodestra tenutosi il 3 agosto scorso, lo dice con autorità e lucidità l’ onorevole Aldo Patriciello, il consigliere regionale Salvatore Micone e l’assessore regionale Vincenzo Niro. Come pure – aggiungono – lo affermava la coordinatrice di Forza Italia Annaelsa Tartaglione sia sulla stampa che in conversazioni private. Quest’ ultima esponente politica, deputata al Parlamento Italiano, acquisito il voto provinciale a favore di altro candidato, ha smentito impudentemente che la candidatura fosse quella del sindaco di Frosolone. Ha abborracciato una serie di argomentazioni, non senza palese difficoltà esplicativa, lontane dalla verità, inconcludenti e retoriche, insomma non convincenti al cospetto degli interventi credibili delle persone sunnominate». I Popolari ne hanno per tutti. Duro anche l’attacco rivolto al gruppo ‘Isernia Migliore’ che, a livello regionale, fa capo all’assessore regionale Roberto Di Baggio. «La notizia più grottesca e mistificante è sopravvenuta da parte del Gruppo di “Isernia Migliore” in seno al Consiglio Comunale di Isernia, eletto tra le file dell’ opposizione e che ora, accreditatosi presso Forza Italia, ha anche un assessore nella Giunta comunale – affermano i consiglieri -. Il succo della notizia è pressappoco: noi come elettori di “Isernia Migliore”eravamo liberi di votare chi volevamo!
Ed infatti non hanno votato per il candidato del centrodestra. Ora, considerando che anche il sindaco ed il suo gruppo di amici consiglieri, fermamente posizionati nel centrodestra, se ne sono infischiati della candidatura della parte politica ufficiale di appartenenza, il Gruppo dei Popolari per l’ Italia, fedele alle indicazioni della parte politica di riferimento, non possono che rimanere nello sconcerto.
Non sembra il caso di sprecare aggettivi qualificativi di questa storia, non pertanto si può affermare che il voto espresso si riconosce libero, in senso assoluto, ma dall’altro lato diventa libero anche dalle posizioni politiche ufficialmente e formalmente predicate e sostenute, rimaste tradite in questa circostanza.
Il gruppo dei Popolari si dissocia moralmente, se una morale politica ancora esiste, e politicamente da questa anomala maggioranza formatasi in Consiglio Comunale, pur continuando a sostenere le idee del centrodestra, senza ipocrisia e maliziosità.
Un altro dato certo: questa nuova maggioranza ha posto sulla scena della Provincia di Isernia il Partito Democratico usufruendo dei suoi voti per un successo elettorale che rimane sotto esame. Che vuole di più – concludono – questa strana maggioranza?».
Una presa di posizione forte dunque, che potrebbe avere ripercussioni sulla tenuta della maggioranza a Palazzo San Francesco, tenendo conto del fatto che senza i sei consiglieri dei Popolari, d’Apollonio potrebbe contare – a conti fatti – su 17 voti, compreso il suo.

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