Il concerto in programma domani sera allo stabilimento Fruttagel sarà un momento davvero speciale per l’artista Joe Bavota, che torna a casa, per così dire, dando lustro a una realtà imprenditoriale ben avviata che celebrerà il 30esimo anniversario della sua attività. Lo spettacolo si terrà nell’area concerto allestita per l’occasione dove e Joe Bavota si esibirà per i dipendenti e le loro famiglie che giungeranno a Larino da ogni sede con pullman appositi organizzati dalla sede centrale dell’azienda a Ravenna. Quale migliore occasione, alla vigilia dell’evento sulle Piane di Larino, per intervistarlo e scoprire anche lati inediti della sua carriera e del suo vivere come cover-man di un mito come Elvis Presley.
Che significa per te esibirti nel tuo territorio?
«Esibirmi nel mio territorio significa molto per me, vivere le mie origini, tra i miei amici parenti e tutte le persone che mi vogliono bene. Ogni volta che mi esibisco in Molise nascono grandi emozioni. Ho fatto tanti concerti in Molise negli anni e diversi nella mia Larino, posso dire con certezza che le persone, mi hanno donato e mostrato un grande affetto, e ricordato i tempi di quando ero ragazzo. Credo fermamente che ogni artista non debba mai e poi mai rinnegare le proprie origini e il passato, bello o brutto che sia, perché sono parte integrante della tua vita vissuta e passata e ti danno una identità».
Anno dopo anno cresce l’attenzione per il tuo lavoro, come fissi i nuovi obiettivi?
«Per me fissare obbiettivi è molto importante, do estrema attenzione a ciò che devo fare. Riportare Elvis Presley in vita non è facile, e non lo è stato, bisogna prepararsi con molta cura, non tralasciando neanche i minimi dettagli e mai nulla a caso. Ho un obbiettivo importantissimo ed e quello di recarmi il prima possibile negli Usa a Memphis, nel Tennessee, per andare a Graceland, a fare visita ad Elvis e alla famiglia, tenendo contro purtroppo anche della prematura scomparsa sia del nipote che della figlia Lisa Marie. Obbiettivamente parlando, Elvis ha portato tanta fortuna nella mia vita, e questo è innegabile, essendo stato anche riconosciuto come sosia ufficiale in Italia scelto dalla famiglia nel 2014 per un concerto al museo mondiale Presley organizzato a Taormina, in Sicilia».
Qual è il messaggio più profondo che porta alla luce la musica di Elvis?
«Il messaggio più profondo sono proprio i testi delle sue tante canzoni, l’amore per la famiglia, la sua generosità, la sua gentilezza e la sua immensa umiltà. Elvis ha sempre brillato di luce propria, una luce che ancora oggi brilla nel cuore di milioni di fan in tutto il mondo».
Quanto ha inciso nel rinnovato interesse verso il film uscito nel 2022.
«Fui ospite a Rai Uno su “Unomattina” quando è uscito il film. Il mio pensiero sul film? Si poteva raccontare qualcosa in più sulla sua vita artistica e qualcosa in meno dei suoi eccessi, anche perché nel lavoro si parla tantissimo del rapporto con il suo manager Tom Parker. Manca tanto del giovane Elvis, ma c’è troppo sul colonnello Tom Parker. Resta un bel film con grandi attori, ma si poteva anche mirare sul sentimentale, sicuramente la storia raccontata mi ha portato a rivalutare alcune vicissitudini, a reinterpretarle incidendo sicuramente nel rinnovo della storia che racconto nei miei concerti».
Da quanti anni sei cover man di Presley?
«Io arrivo dal pianobar, ma con Elvis ho iniziato nel lontano 2007, ma non con poche difficoltà, anche perché portare Elvis qui in Italia non è stato affatto facile. Posso ricordare che molti mi hanno scoraggiato in tutti i modi, dandomi del matto, dicendomi anche che era ridicolo e folle… Ma io non mi sono mai arreso, anche perché ci credevo fermamente, essendone io stesso un grande fan. Ma per fortuna, dal nulla poi negli anni sono arrivato ad avere questo mio umile successo, grazie anche all’attenzione dei tanti media regionali, nazionali ed europee, associata dalle tante ospitate nelle più importanti trasmissioni televisive e radiofoniche, ma soprattutto il successo è arrivato grazie ai tantissimi fan di Elvis che con amore reciproco mi seguono da sempre, dandomi tantissimo affetto e la grande forza per continuare a riportare in vita il ricordo di Elvis».
Come scegli la band che ti accompagna e chi ne fa parte?
«Sono stati fatti grandi lavori di scelta, sulla mia band in questi ultimi anni, anche perché, io come Elvis ho sempre creduto che prima di essere una band bisogna essere amici. Come disse il grande re del rock: ‘Non ho bisogno del meglio del mondo, ma ho bisogno di persone che suonano con il cuore, e vi posso garantire che i miei musicisti attraverso la mia voce fanno cantare le note che suonano. Ed io voglio loro bene e sono parte del mio cuore. Vi presento con piacere la mia band ufficiale: al maestro pianista Salvatore Langiano oltre ad essere un caro amico da oltre 10 anni ho affidato il coordinamento della band; al basso il docente Diego Zampacorta; alla batteria i docenti Gigi Lo Russo e Giuseppe Candela; alla chitarra il docente Maurizio Santamaria; al sax il docente Angelo Iatesta; alla tromba Kekko Russi; al coro Carmen Lalli; attrice nel ruolo di Priscilla Monica Declame».
Ricordaci gli appuntamenti della seconda parte del 2024.
«Sono in programma diversi live, oltre al concerto alla Fruttagel per il 30esimo anniversario del gruppo, di domani sera. A settembre sarò a Napoli con il format “Incontra il Mondo”, ma sono in chiusura di date anche in Abruzzo, Marche, Roma, Isola Liri, Torino, e ancora Molise, Parma. Ma oltre ai live ho tante idee per il futuro come un film su Elvis (Elvis and Me, un remake). Lo vorrei portare a presentare a livello nazionale. Abbiamo iniziato a girare qualche scena ed è un lavoro lungo. Sto cercando di organizzare a breve un grande spettacolo su Elvis in un posto importante, magari qualcosa per Natale. Siamo ancora in work in progress. La notte dei Re in un teatro importante dove vogliamo anche ricordare la figura di un altro grandissimo della musica, ossia Michael Jackson, senza dimenticare anche il tour estivo per il 2024. Sono sempre attivo perché voglio mirare sulla qualità».
Qual è il tuo sogno più grande?
«Il mio sogno più grande è senza dubbio cantare Elvis al Madison Square Garden, nel quartiere di Manhattan, a New York. Io sono da sempre un sognatore e credo che i sogni aiutano a vivere, non riesco ad immaginare un mondo senza sogni… ci sono sogni realizzabili, molti forse no, ma molti dei miei sogni oggi si sono realizzati ed io continuo a sognare perché credo che chi sogna può far sognare».
E noi te lo auguriamo, pronti a scrivere di te che assapori la Grande Mela.

Emanuele Bracone

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