Venti di guerra al Comune di Cercemaggiore. Il sindaco Gino Donnino Mascia ha revocato l’incarico di vicesindaco e assessore ad Antonio D’Aversa.
Una sorta di fulmine a ciel sereno per chi non è addentro alle dinamiche politico-amministrative del centro al confine col Beneventano. In realtà le ragioni del siluramento risiedono nelle prossime elezioni comunali, in programma a giugno.
Quando cinque anni fa Mascia compose la lista – così riferiscono dalla sua maggioranza – assicurò che sarebbe stata l’ultima sua esperienza in Municipio. L’attuale sindaco aveva già governato per dieci anni in precedenza. L’uomo a cui cedere l’eredità sarebbe stato, appunto, D’Aversa. A quanto pare, però, qualcosa è cambiato nelle ultime settimane. E tra i cambiamenti c’è appunto anche la decisione di Mascia di riprovarci ancora una volta.
Che ci sia qualcosa di “politico” che non va il sindaco lo rende noto anche nel decreto con cui revoca gli incarichi a D’Aversa, tant’è – si legge nell’atto – che Mascia ha ritenuto di «esercitare la facoltà di revoca della nomina ad assessore comunale e a vicesindaco conferita al signor D’Aversa Antonio in quanto le vicende politiche di questi ultimi giorni hanno determinato delle incomprensioni sia dal punto di vista politico che dal punto di vista personale tra i componenti della giunta comunale e che il comportamento assunto dall’assessore e vicesindaco D’Aversa Antonio ha creato un rapporto conflittuale con lo stesso, compromettendo la realizzazione del programma di mandato, pregiudicando irreparabilmente i presupposti fiduciari che avevano determinato la nomina alla carica di assessore comunale e facendo emergere “divergenze inconciliabili” tali da non poter svolgere serenamente le proprie funzioni».
Mascia aggiunge inoltre che «quanto sopra esposto potrebbe minare i rapporti professionali e lavorativi all’interno della giunta comunale e far venir meno le basi per una futura e proficua collaborazione in merito agli indirizzi programmatici».
Secondo il sindaco i rapporti con D’Aversa sarebbero talmente compromessi tanto da accentuare «una instabilità politico-amministrativa con ripercussioni sulla funzionalità dell’amministrazione comunale» e addirittura da temere per «la realizzazione del programma di mandato, anche alla luce dei finanziamenti europei appena ricevuti e delle ulteriori risorse finanziarie derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza».
Fonti vicine all’ormai ex vicesindaco confermano che lo stesso ha intenzione di candidarsi per guidare l’amministrazione alle elezioni di giugno prossimo. Ribadiscono, però, che «la candidatura di D’Aversa è frutto di un’intesa raggiunta più di cinque anni fa ed è la conseguenza naturale di un lavoro di squadra portato avanti nel tempo». Per intenderci, «quello di Antonio non è un capriccio: un gruppo di amici che intende impegnarsi per Cercemaggiore ha deciso di puntare sulla sua persona e lo ha convinto a scendere in campo».
Nell’ambito dello scontro politico in atto, pare abbia lasciato – in questo caso volontariamente – la giunta una delle due assessore esterne che Mascia aveva nominato a novembre 2019 per sopperire all’assenza di quote rosa nell’esecutivo.
Altra grana da risolvere per evitare l’ennesimo ricorso al Tar.
Se Gino Donnino Mascia è seriamente intenzionato a ricandidarsi, potrebbero essere quattro le liste in campo a Cercemaggiore: quella, appunto del sindaco uscente, quella di Antonio D’Aversa, quella di Antonio Rocco, attuale consigliere di opposizione, e quella di Franco Zurlo, per anni responsabile dell’Ufficio tecnico municipale e da qualche mese in quiescenza.
ppm

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