L’approssimarsi del mese di settembre avvicina anche il ritorno all’attività ordinaria, dopo la pausa estiva. Vale anche per la diocesi di Termoli-Larino, che ha sicuramente vissuto i momenti salienti in città nella festività di San Basso, ma in generale nel pellegrinaggio a Lisbona. Proprio il vescovo Gianfranco De Luca, che potrebbe avviarsi anche all’ultimo anno da presule, visti i prossimi limiti di età, ha fissato la prossima riunione del Consiglio pastorale diocesano, che si terrà il 7 settembre alle ore 18,30 presso la sala al piano terra del Centro Pastorale in piazza Sant’Antonio a Termoli. L’ordine del giorno è costituito dalla presentazione dell’anno pastorale. All’uopo ha preparato un documento che costituisce la traccia relativa al prossimo anno pastorale profondamente intrecciato con l’evento del Sinodo che da settembre entrerà nella seconda fase quella “sapienziale” che ci occuperà fino alla fine del 2024. Sarà l’occasione anche per preparare il Convegno Diocesano che quest’anno avrà una scansione diversa. Ci sarà infatti prima il momento di incontro nelle zone pastorali (nella settimana dal 25 al 30 settembre) e poi il momento conclusivo assembleare il 6 ottobre.
«Nel percorso sinodale che stiamo vivendo, l’icona di Emmaus, è veramente illuminante. Ci fa certi che nel nostro abitare e attraversare la storia e la geografia di questo tempo, Gesù il Vivente è accanto a noi. La Sua presenza dà senso al nostro esserci e al nostro camminare insieme. Siamo spinti ad entrare in relazione con Lui, facendolo partecipe delle nostre conversazioni nelle quali ci stiamo raccontando il disorientamento e le fatiche, le delusioni e la rassegnazione, i tentavi e i fallimenti, le esigenze e le domande, che scaturiscono in noi dall’abitare questo tempo che Papa Francesco ha definito un cambiamento d’epoca.
Lasciarci provocare dalla sua Parola che ci invita a leggere i segni dei tempi e illumina il senso degli eventi. Questo dobbiamo imparare a farlo attraverso la conversazione nello spirito che non è una tecnica da applicare, né una procedura per esperti, ma solo uno stile da acquisire nel tempo, un modo di stare nella realtà da credenti che camminano insieme. Ne richiamo brevemente i passaggi: a) Ascoltare la Parola e ascoltarsi per riconoscere dove lo Spirito ci guida. b) Passaggio dall’io al Noi, facendo emergere quanto è da tutti condiviso, ridonando a tutti quello che da ciascuno ho colto consonante in me. c) Cercare le convergenze, senza semplificazioni e appiattimenti, sapendo distinguere l’essenziale su cui è bene che tutti convergano, dall’accessorio sul quale si può rimanere con vedute diverse. d) Decidere: nel confronto con chi ha il compito di guida e di garante, individuare i passi da fare per essere Chiesa Missionaria che testimonia l’incontro con il Risorto. e) L’attuazione insieme: lo stile del discernimento deve essere continuamente tenuto vivo, soprattutto nella verifica e rilettura dei cammini avviati. 4 Conversiamo con Lui che è presente tra noi che camminiamo insieme. In questi due anni di cammino sinodale, caratterizzato dall’ascolto vissuto in modi e ambienti diversi, c’è stato un movimento più o meno intenso in tutta le Chiese che sono in Italia; anche noi, come abbiamo potuto e saputo, ci siamo messi in questo processo. Lo abbiamo chiamato il Santo Viaggio. Dall’ascolto vissuto in tutte le Diocesi e condiviso attraverso le sintesi inviate al Comitato per il Sinodo, sono emersi tanti spunti e tante esperienze che il Comitato stesso ha raccolto in cinque nuclei tematici che per la ricchezza dei contenuti hanno denominato “costellazioni”. Sono sinteticamente espresse: 1) La missione secondo lo stile di prossimità 2) Il linguaggio e la comunicazione 3) La formazione alla fede e alla vita 4) La sinodalità e la corresponsabilità. 5) Il cambiamento delle strutture. Dopo l’ascolto occorre leggere e comprendere cosa il Signore dice alle Chiese. Questo procedimento, denominato fase sapienziale, va sicuramente focalizzato non su “che cosa il mondo deve cambiare per avvicinarsi alla Chiesa”, ma su “che cosa la Chiesa deve cambiare per favorire l’incontro del Vangelo con il mondo”. Più che esprimere giudizi o rammarichi su ciò che altri devono fare e sono manchevoli, siamo chiamati a riflettere e discernere per individuare quelle scelte e quei cambiamenti che il Signore ci chiede per abitare e attraversare, da testimoni e annunciatori del Vangelo di Gesù Cristo, il cambiamento d’epoca nel quale viviamo. La conversione di fondo, che deve diventare gradualmente stile di vita, è quella di aprirci a Gesù Risorto che cammina con noi. Rivolti a Lui, per assumerne lo sguardo sulla realtà che viviamo, in una dimensione di itineranza, fondamentale in questa epoca che ha come caratteristica la rapidacion».

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