Inevitabile che la scena del confronto automotive sia stata presa dalle parole del Ceo Carlos Tavares, che ha mostrato i muscoli dopo le recenti polemiche politiche sulle scelte strategiche del gruppo Stellantis. «Il mercato dei veicoli elettrici in Italia è molto, molto piccolo. Senza incentivi non si può andare avanti. Se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l’Italia – ha continuato Tavares nella sua intervista a Bloomberg – quello che sta succedendo con Stellantis è un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Se non vuoi che i veicoli elettrici progrediscano, devi solo fermare gli incentivi». «Io non sono sempre d’accordo con il governo francese e Stellantis non è nelle mani del governo francese. Se parliamo del mandato francese che stanno cercando di usare come capro espiatorio, ignorano il fatto che il Ceo della società è un signore portoghese». C’era comunque grande attesa per il confronto sull’automotive avvenuto ieri a Roma, nella sede del Mimit, a Palazzo Piacentini. L’occasione era quella della presentazione dei contenuti del Dpcm di rimodulazione degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti (Ecobonus). All’incontro, presieduto dal ministro Urso, erano presenti il viceministro Valentino Valentini, il sottosegretario Fausta Bergamotto, i rappresentati delle aziende che producono veicoli in Italia, delle organizzazioni sindacali e datoriali della filiera, delle Regioni e di Anfia. Il ministro Urso, in apertura dei lavori, ha illustrato le principali novità dell’Ecobonus 2024 che stanzia risorse per 950 milioni di euro per gli incentivi per l’acquisto di auto a basse emissioni inquinanti. È previsto inoltre un contributo di rottamazione proporzionale alla classe ambientale di appartenenza del veicolo rottamato e la possibilità di rottamare anche le Euro 5. Nel 2024 il contributo massimo ottenibile, a fronte della rottamazione di un veicolo fino a Euro 2, salirà da 5.000 a 13.750 euro. Le risorse complessive dell’Ecobonus 2024 verranno così ripartite: 793 milioni per le auto; 35 milioni per ciclomotori, motocicli, quadricicli; 53 milioni per i veicoli commerciali leggeri; 20 milioni per l’usato di auto; 50 milioni per un programma sperimentale di noleggio a lungo termine. A seguire è stato illustrato il programma degli incentivi previsti nel 2024 per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in ambito domestico. Il Tavolo è stato occasione anche per un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei Gruppi di Lavoro previsti dal Tavolo Sviluppo Automotive (o Tavolo Stellantis) e dedicati al Mercato, alla Competitività, alla Componentistica, a Lavoro e competenze e, infine, a R&S e centri di ingegneria. «Questo nuovo Piano degli incentivi per il settore automotive poggia su tre pilastri: lo svecchiamento del parco auto italiano, uno dei più vecchi in Europa; il sostegno alla domanda delle persone con redditi più bassi; il rilancio della produzione di veicoli in Italia. Questo approccio si basa sulla convinzione che sia necessario un profondo cambiamento di rotta rispetto agli anni precedenti – ha affermato il ministro Adolfo Urso – più sostenibilità ecologica, con uno sguardo alla sostenibilità sociale, vista la particolare attenzione riservata alle famiglie a basso reddito e alle imprese della filiera nazionale, parte fondamentale del nostro Made in Italy». A margine del Tavolo Automotive, il ministro Adolfo Urso ha incontrato i lavoratori della logistica dello stabilimento Stellantis di Melfi, in presidio davanti alla sede del dicastero delle Imprese e del Made in Italy. Infine, sulla polemica di Tavares: «Ci hanno chiesto un piano incentivi significativo e straordinario, lo abbiamo mantenuto»: solo per il 2024 sono a disposizione 950 milioni di euro. Qual è la terza richiesta che ci arriva? Se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba fare come la Francia che recentemente ha aumentato i diritti di voto in Stellantis, se vogliono una partecipazione attiva per far valere le ragioni dei cittadini italiani e del settore all’interno della multinazionale ce lo chiedano e possiamo ragionare». La differenza però è che «loro sono nel capitale azionario e noi no».

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