Uno dei punti da “dietro la lavagna” della costa molisana sta per essere archiviato. Nei prossimi 30 mesi sparirà il depuratore del porto, almeno per come lo conosciamo. Per questo, tra Regione Molise e Acea Molise, con l’impegno diretto a coordinare la fase tecnica del Comune di Termoli, saranno investiti quasi 12 milioni di euro per mettere in fila tre lotti distinti: trasformazione da impianto di depurazione (porto) a impianto di rilancio e accumulo di acque di prima pioggia, con 1,2km di condotte e 500 metri di potenziamento delle condotte esistenti; durata del lavoro 12 mesi. Lotto 2 per la realizzazione di una nuova stazione di sollevamento/rilancio da Rio Vivo verso impianto di Pantano Basso e realizzazione di una condotta di trasferimento verso Pantano lunga 1.72km; durata del lavoro 1 anno e mezzo. Infine, lotto 3, raddoppio dell’impianto di depurazione di Pantano Basso che passerà da una potenzialità di trattamento di 23.000 abitanti/equivalenti a 60.000 abitanti equivalenti. Sarà garantito il monitoraggio continuo dei dati (portata, temperatura, ecc.) e l’efficientamento energetico (riduzione dei consumi energetici) mediante l’automazione del processo e durata lavori 1 anno e mezzo. Questi i dati tecnici dell’intervento, illustrato ieri mattina a Termoli, proprio dinanzi al depuratore. Un sogno che si realizza: non ha usato mezzi termini la presidente di Acea Molise, Maria Grazia Costa nel definire la portata del progetto che delocalizzerà il depuratore del porto di Termoli, restituendo una parte dell’area alla città e affrancandola da miasmi e disagi dovuti all’obsolescenza dell’impianto. In una giornata finalmente di fine maggio, quanto a condizioni meteo, è stato illustrato il percorso che da qui alla fine del 2026 concretizzerà questo trasferimento dei reflui verso la zona periferica di Pantano Basso. Una giornata storica, anche questo il giudizio espresso sull’intervento che vedrà il cantiere operativo dalla prossima settimana. L’impianto verrà realizzato nell’entroterra e l’attuale struttura del porto riconvertita. L’intero progetto del valore di 11,9 milioni di euro sarà realizzato da Acea Infrastructure. Il progetto per la delocalizzazione del depuratore del porto che prevede la realizzazione di un nuovo impianto in località Pantano, nell’entroterra termolese, e la riconversione di quello esistente. A metà strada tra i due impianti, nel parco comunale Girolamo La Penna, sono già stati avviati i lavori per il potenziamento della stazione di sollevamento intermedia delle acque reflue che a breve entrerà in funzione. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Termoli Vincenzo Ferrazzano, l’assessore ai Lavori Pubblici della regione Molise Michele Marone e Maria Grazia Costa, la presidente di Acea Molise, società del Gruppo Acea che gestisce il servizio idrico integrato nel territorio termolese. L’intero progetto, del valore di 11,9 milioni di euro, sarà realizzato in due anni e mezzo da Acea Infrastructure, la società di progettazione e servizi ingegneristici del Gruppo Acea. Il nuovo depuratore sorgerà sulla pianta di quello già esistente a Pantano che verrà ampliato, potenziato e dotato di un processo di depurazione a fanghi attivi su doppia linea. Il monitoraggio continuo delle attività avverrà mediante l’uso di tecnologia IoT mentre l’efficientamento di tutti i processi sarà effettuato con il supporto dell’intelligenza artificiale. La nuova opera, necessaria per valorizzare il territorio, consentirà anche di evitare le interruzioni del servizio provocate da quegli eventi metereologici estremi (mareggiate, allagamenti, trombe marine) che danneggiavano frequentemente il depuratore del porto. I lavori di delocalizzazione di questo impianto, costruito con tecnologie ormai obsolete e insufficiente rispetto alle esigenze del territorio, prevedono la riconversione di una parte della struttura in una cabina di sollevamento delle acque reflue che sarà collegata al nuovo impianto di Pantano. Questi interventi, che segnano il vero avvio del progetto, cominceranno nelle prime settimane di giugno. Nel suo intervento, il vice sindaco reggente Ferrazzano ha tenuto a ringraziare la struttura dell’ufficio tecnico del Comune di Termoli e in particolare il dirigente ai Lavori pubblici, l’ingegnere capo Gianfranco Bove. «Un progetto importante e necessario –ha dichiarato la presidente di Acea Molise Maria Grazia Costa– che guarda al futuro del territorio e della comunità per cui lavoriamo, in un costante e proficuo rapporto di collaborazione con le amministrazioni locali. Il nuovo depuratore sarà molto più efficiente e contribuirà notevolmente sia al miglioramento della qualità delle acque reimmesse nell’ambiente marino, sia allo sviluppo della vocazione turistica e balneare di una città come Termoli, già due volte riconosciuta Bandiera Blu. Tutto il progetto rappresenta anche un segnale di attenzione alle esigenze dei cittadini e la testimonianza concreta di quella strategia, fatta di innovazione e sostenibilità, che il Gruppo Acea sta adottando in tutti i territori in cui gestisce il servizio idrico». Per il vicesindaco reggente Vincenzo Ferrazzano «E’ un giorno importante per la nostra città. Dopo trent’anni diamo alla città un’opera che tutti stavano aspettando. Abbiamo lavorato tanto in questi cinque anni, oggi devo dire che abbiamo fatto molto di più di quello che avevamo previsto. Oggi con la posa della prima pietra abbiamo ottemperato anche a questo impegno. I cittadini di Termoli potranno usufruire nel prossimo futuro di quest’area riqualificata e che sarà restituita a cittadini e turisti». Per la Regione Molise era presente l’assessore al Demanio, Infrastrutture e sistema idrico integrato Michele Marone, «E’ un grande risultato raggiunto anche grazie al lavoro che è stato fatto in Regione. Il 50% dei finanziamento derivano da fondi regionali. Finalmente Termoli potrà dotarsi di un impianto di depurazione al passo con i tempi e con tecnologie avanzate. Acea ha esposto tutte le nuove tecnologie all’avanguardia che garantiranno la depurazione e anche tutto il sistema idrico integrato della città. Termoli potrà finalmente raggiungere un obiettivo importante, non vedere più il depuratore sotto al borgo vecchio». L’impianto Porto si trova ubicato sul Porto, in centro città, entro edifici e capannoni angusti che ne rendono difficile la gestione e impossibile l’ampliamento. L’impianto è dotato di un trattamento secondario a biodischi, insufficiente per le normative attuali, e di condotta di scarico a mare, DN 600 in acciaio, lunga 1.800 m, con diffusore finale a Y, ad una profondità di 20 m dalla superficie. Gli scopi del presente progetto sono i seguenti: trattare tutte le acque di tempo asciutto presso l’impianto Pantano, mediante attivazione delle stazioni di sollevamento esistenti e costruzione di nuove stazioni di sollevamento e nuovi collettori di mandata; trattare presso l’impianto Porto solo le acque di pioggia che gravitano su tale impianto, nei limiti minimi di portata imposti dalla legge in tempo di pioggia per le fognature miste: da 3 a 5 volte Qmn, essendo Qmn la portata media nera di tempo asciutto; evitare il più possibile che le acque di pioggia in eccesso, oltre 4Qmn, in arrivo all’impianto Porto sfiorino direttamente a mare, senza alcun trattamento e senza utilizzare la condotta di scarico a mare di cui è dotata l’impianto. Al riguardo, infatti, occorre segnalare che l’impianto Porto è dotato di uno sfioratore d’ingresso (situato sulla strada pubblica immediatamente a monte dell’ingresso in impianto) che scarica le acque eccedenti la capacità dell’impianto direttamente a mare, a poche decine di metri, mediante una tubazione in acciaio ondulato, tipo Armco, del diametro di 2000 mm. Le acque trattate, invece, vengono scaricate a largo, mediante la condotta sottomarina.

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