Sullo stabilimento Stellantis di Termoli, azienda condannata per violazione della normativa sulla rotazione dei lavoratori in Cassa integrazione ordinaria e contratto di solidarietà. Lo stabilimento Stellantis di Termoli ha utilizzato per anni gli ammortizzatori sociali, in particolare la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo) e il Contratto di Solidarietà (Cds), per lunghi periodi. Tuttavia, alcuni lavoratori hanno subito sospensioni dal lavoro significativamente più lunghe rispetto ad altri colleghi, ritenendo che la rotazione prevista dalla normativa non fosse stata rispettata. Alcuni lavoratori, supportati dal legale dell’Unione Sindacale di Base (Usb), hanno presentato ricorso al Tribunale del Lavoro di Larino, sostenendo di essere stati penalizzati dalla mancata equa rotazione. Il 30 aprile 2025, il Giudice del Lavoro ha emesso la prima sentenza, accogliendo il ricorso di un lavoratore che, tra marzo 2020 e maggio 2023, era stato posto in Cigo o Cds per numerosi mesi a zero ore. Il giudice ha accertato l’illegittimità della sospensione dal lavoro, stabilendo che Stellantis non aveva rispettato i criteri di buona fede e correttezza nella selezione del personale da collocare in cassa integrazione. Di conseguenza, l’azienda è stata condannata a pagare al lavoratore un risarcimento pari alla differenza tra la retribuzione piena spettante e il trattamento di integrazione salariale percepito, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria. Il giudice, nella sua sentenza, ha evidenziato come la scelta del personale da sospendere debba rispettare i principi di buona fede e correttezza. Ha ribadito che, pur non essendoci un limite di scelta imposto dalla normativa di settore, il datore di lavoro ha comunque l’obbligo di garantire una rotazione equa, non discriminatoria e conforme ai principi contrattuali previsti dal nostro ordinamento giuridico. Va precisato che il ricorso è stato parzialmente accolto, in quanto 17 giornate dell’intero periodo contestato risultavano essere permessi personali, ferie e malattia e non rientravano nel regime di Cigo o ds come sostenuto dai legali dell’azienda. Per questo motivo, il giudice ha stabilito una compensazione parziale delle spese legali, con 2/3 a carico di Stellantis e 1/3 a carico del lavoratore. L’Usb ha accolto con ottimismo questa sentenza, ritenendola un passo significativo nella tutela dei lavoratori che si sono sentiti penalizzati da un utilizzo non equo degli ammortizzatori sociali. L’organizzazione sindacale ha sempre sostenuto che Stellantis non applicasse una corretta rotazione nella cassa integrazione, e ora la questione è stata accertata in Tribunale. L’Usb ha anche ringraziato l’avvocato Francesca Borsa del Foro di Teramo, che ha difeso il lavoratore con determinazione e professionalità. L’organizzazione invita tutti i lavoratori a non abbassare la testa e continuare a difendere i propri diritti, poiché questa sentenza potrebbe influenzare anche i ricorsi ancora in corso. Questa decisione potrebbe avere importanti conseguenze sulle politiche di gestione del personale da parte di Stellantis. Resta da vedere se l’azienda farà ricorso contro la sentenza o se adotterà misure correttive per garantire una maggiore equità nella rotazione dei lavoratori in futuro.

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