Oltre al danno, la beffa? Fiat annuncia con orgoglio il completamento della famiglia Grande Panda, con l’apertura degli ordini per la versione a benzina. Questa ultima versione realizza la missione del brand di offrire una mobilità accessibile e versatile a un’ampia gamma di automobilisti, grazie a una gamma completa di motorizzazioni: benzina (100 CV con cambio manuale), Ibrida (110 CV con batteria agli ioni di litio da 48 volt e cambio automatico doppia frizione eDCT) ed elettrica (batteria da 44 kWh e motore elettrico da 83 kW – 113 CV).
La nuova gamma completa include la versione a benzina appena introdotta, dotata di un motore turbo a 3 cilindri da 1.2 litri che eroga 100 CV e 205 Nm di coppia, abbinato a un raffinato cambio manuale a 6 marce. Con tecnologia Start&Stop per una maggiore efficienza in città, questa versione offre un’esperienza di guida tradizionale e intuitiva, ideale per chi cerca semplicità, praticità e economia di utilizzo. Peccato, che il motore sia di produzione francese e a Termoli il reparto langue. Intanto, venerdì 5 settembre l’onorevole Chiara Appendino sarà a Termoli per incontrare sindacati e lavoratori dello stabilimento Stellantis. L’appuntamento con la vicepresidente del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione parlamentare Attività produttive, Commercio e Turismo è fissato alle ore 13.30 davanti ai cancelli dell’ingresso 1 della fabbrica, nel cuore della vertenza che tiene in sospeso il futuro industriale del Molise e non solo. Al centro del confronto il progetto della Gigafactory che dovrebbe garantire lavoro a oltre 1.800 persone ma che rischia di arenarsi definitivamente nel silenzio delle istituzioni.
L’onorevole Appendino sta seguendo passo dopo passo l’evoluzione della delicata situazione a livello nazionale, così come stiamo facendo ormai da anni in Consiglio regionale e sul territorio, attraverso azioni concrete intraprese ad ogni livello istituzionale. Dal Molise al Parlamento, per arrivare a Bruxelles. Ancor di più ora, dopo la stipula dei Contratti di Solidarietà, i lavoratori meritano chiarezza e tutele.
L’incontro di venerdì rappresenta quindi un momento di ascolto diretto della voce dei lavoratori e delle loro rappresentanze, in un territorio che non può permettersi di perdere un presidio industriale vitale per l’intera regione. Continuano anche le prese di posizione politica.
Per Michele Giambarba: «1.800 operai della Stellantis di Termoli vanno in Contratto di Solidarietà. Riceveranno uno stipendio ridotto ed è ormai chiaro anche a loro che non siamo vicini alla chiusura totale dello stabilimento. Una presa in giro, una beffa enorme se consideriamo che il sito industriale molisano era addirittura candidato ad essere una delle Gigafactory del gruppo italo-franco-statunitense! Ancora ricordiamo le dichiarazioni giubilanti e orgogliose di molti politici locali, che sembravano addirittura volersi intestare tale “vittoria”. Ecco, a loro diciamo questo: intestatevi la porta sbattuta in faccia ai nostri lavoratori! Per quanto riguarda le ragioni economiche che il gruppo Stellantis adduce a tale decisione – preludio alla chiusura, lo ripetiamo – e che consisterebbero in una crisi mondiale del settore automobilistico, noi affermiamo che la risposta a qualsiasi crisi non può essere la delocalizzazione industriale in Paesi con un più basso costo del lavoro (cosa in cui la ex Fiat è abilissima ormai) e che devono assolutamente prevalere le ragioni sociali di un territorio anziché quelle del portafoglio dei padroni. Che paghino loro, poiché avrebbero certamente immensi capitali da spendere. Infatti, proprio Stellantis ha da poco venduto l’#Iveco ad una multinazionale indiana per ben 5,5 miliardi di euro! Ecco qui i capitali da investire in Italia per salvare le nostre fabbriche! Ma ciò non accadrà mai, perché la politica, che dovrebbe fare piegare le corna ad Elkann e al suo amministratore delegato, non solo giustifica il liberismo selvaggio, ma è anche al libro paga dei benefici e delle prebende che questi “signori” elargiscono. L’unica soluzione sarebbe quella che #operai ed impiegati si impossessassero dello stabilimento e lo mandassero avanti da soli. Certamente chi vi lavora ogni giorno è in grado di mandare avanti la produzione o di convertirla in altro. I padroni non sanno lavorare, sanno solo spostare i capitali, comprare e vendere. Lavorare è altro! Le fabbriche agli operai! Il frutto del lavoro a chi lavora!» Il Partito socialista, con Matteo D’Errico, sostiene che: «C’era una volta la gigafactory di Termoli per la produzione di batterie che avrebbe dovuto dare nuova linfa allo stabilimento molisano, oggi ci sono 1.800 dipendenti dello stabilimento Stellantis, che affrontano un nuovo contratto di solidarietà della durata di un anno, fino al 31 agosto 2026. Tutto questo avviene in un “silenzio assordante” da parte delle istituzioni, governo, regione, comuni e dell’azienda. Le ripercussioni sul tessuto industriale regionale, che conta il più alto numero di occupati nell’automotive saranno catastrofiche, non solo per gli aspetti occupazionali. Non si può rimanere alla finestra a guardare inermi la demolizione di un settore strategico per l’economia molisana. La classe politica, ad iniziare dagli eletti al Parlamento nazionale ed europeo, il presidente Roberti, i sindaci facciano sentire forte la voce a sostegno del sistema industriale del basso Molise e regionale».

























