Ultimi anni di sofferenza per i lavoratori di contrada Pantano Basso, com’è emerso nelle proteste e nei presidi del primo semestre 2025. La situazione dello stabilimento ex Del Giudice di Termoli, oggi Novaltis, è diventata ormai insostenibile per i lavoratori, che da anni vivono nell’incertezza e nella precarietà. Le organizzazioni sindacali Fai-Cisl Abruzzo e Molise, Flai-Cgil Molise, Uila Uil Molise e Uiltucs Molise sono intervenute per chiarire la posizione propria dopo il passaggio avvenuto in sede fallimentare, con l’acquisto all’asta da parte del gruppo casertano Amodio, sottolineando che, sebbene sia vero che una società campana – leader nel settore lattiero-caseario – dovrebbe acquisire formalmente lo stabilimento a breve, la procedura non è ancora stata perfezionata. Questo significa che, al momento, il nuovo soggetto giuridico non può farsi carico del pagamento delle spettanze arretrate ai lavoratori, tra cui lo stipendio di agosto e la quattordicesima, che restano ancora in sospeso. I sindacati si dicono fiduciosi che l’imprenditore campano darà nuova linfa allo stabilimento una volta ottenuta la titolarità ufficiale, ma nel frattempo si impegnano a introdurre tutte le azioni necessarie per tutelare i dipendenti, i quali chiedono semplicemente di poter continuare a lavorare in un ambiente sano e sereno, senza dover ricorrere a mobilitazioni come quelle che li hanno visti protagonisti negli ultimi anni. A complicare ulteriormente il quadro, c’è la totale assenza di comunicazioni ufficiali: si era parlato di un fermo lavorativo dal 4 al 9 settembre, in vista dell’ingresso della nuova azienda previsto per il 9, ma nulla è stato comunicato per iscritto, tanto che si è lavorato regolarmente e si prevede di farlo anche oggi. Questo silenzio alimenta il senso di frustrazione tra i dipendenti, che lamentano di venire sempre a conoscenza delle decisioni all’ultimo momento. Da quanto si è appreso, il personale di produzione dovrebbe essere confermato, mentre per la parte amministrativa – composta da circa quindici persone – si prospetta una riduzione significativa, con sette o otto unità considerate non necessarie. Infine, resta il nodo cruciale: se oggi venisse dichiarato il fallimento della Novaltis, chi sarà responsabile del pagamento degli stipendi arretrati? Nessuno lo sa con certezza, e questo rende ancora più urgente una presa di posizione chiara da parte delle istituzioni e della nuova proprietà. In ogni caso, calerà il sipario su una storia lunga quasi 70 anni.


























