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Non ci sono attimi di tregua né di respiro allo Zuccherificio del Molise. Nemmeno il tempo di smaltire le preoccupazioni emerse nel consiglio d’amministrazione di venerdì sera, che uno dei maggiori e più determinati creditori torna all’attacco. Si tratta della società di fornitura del gas naturale Energy Trading, che ha promosso l’istanza fallimentare in virtù del credito vantato da quasi 3,3 milioni di euro. Dalla stessa società ricordano che è fissata per martedì prossimo 17 aprile, alle ore 9, presso il Tribunale di Larino, l’udienza pre-fallimentare dello Zuccherificio del Molise. “Risulta agli atti che la Guardia di Finanza, nonostante il sollecito del Tribunale durante l’udienza del 29 febbraio ed il sollecito inviato dalla EnergyTI a mezzo raccomandata, non abbia ancora provveduto al deposito della relazione di sua competenza. Sul punto, qualora detta condotta idonea a produrre danni a tutti i creditori, dovesse continuare “saremo costretti ad investire del problema la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti territorialmente competenti” afferma l’avvocato Flavio Termentini, presidente del Consiglio di Amministrazione nonché legale rappresentante di EnergyTI. Si precisa inoltre che, l’assenza della relazione della Guardia di Finanza, nella fase pre-fallimentare, non è elemento necessario perché il Tribunale assuma la causa in decisione. Appare opportuno evidenziare che EnergyTI, nonostante il recente insediamento del nuovo Consiglio d’amministrazione della società debitrice, non ha avuto nessun contatto e/o proposta per definire la controversia. L’avvocato Flavio Termentini presenzierà all’udienza al fine di verificare il rispetto delle norme procedurali riservandosi, in difetto, di investire della problematica il Consiglio Superiore della Magistratura. In quell’occasione il legale Termentini si renderà disponibile a rispondere a tutte le domande dei giornalisti allo scopo di fare chiarezza sulla questione anche e soprattutto alla luce del fatto che molte delle notizie pubblicate nel corso degli ultimi mesi non corrispondono a quanto espressamente dichiarato dall’azienda”.

 

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