Nemmeno i casi di scomparsa denunciati e trattati dalla trasmissione Chi l’ha visto? di RaiTre, nella striscia quotidiana, in quella settimanale e nell’approfondimento web, hanno tolto il velo al mistero che si infittisce sempre più, quello sull’identità della donna rinvenuta in avanzato stato di decomposizione a 3 miglia al largo della costa di Petacciato nove giorni fa. Cadavere ancora senza identità, dunque, e la Procura di Larino ha deciso di fare un passo avanti, quello dell’esame del Dna. La donna – come diffuso dalla Capitaneria di Porto di Termoli – indossava giacca (tipo tuta) marrone, maglietta bianca, un paio di pantaloni neri (tipo fuseaux), un paio di calzini di spugna neri. Non si esclude possa trattarsi di una persona straniera: la Capitaneria di Porto di Termoli il 24 aprile ha diramato un dispaccio internazionale sul ritrovamento del corpo con i connotati della donna e in particolare il suo abbigliamento. Secondo l’autopsia dei medici legali di Foggia si trovava in acqua da almeno 15 giorni. Nell’ultimo mese si sono registrati forti venti da Nord-Ovest. Il corpo potrebbe essere arrivato da nord. non è possibile capire se dal versante italiano o slavo: potrebbe provenire fin da Trieste, così come dalle coste della Croazia o della Slovenia». Attualmente il corpo senza vita e in avanzato stato di decomposizione si trova nella cella frigorifera della sala mortuaria dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Inoltre, su coordinamento del comandante della Guardia costiera Sirio Faè, proseguono i pattugliamenti a terra e in mare nel tratto di competenza, per provare a recuperare altri oggetti che possano essere utili al riconoscimento.

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