A mezzanotte di lunedì, secondo il decreto Giustini, firmato dal commissario ad acta della sanità molisana assieme alla sua vice Grossi, ha smesso di vivere il Punto nascita di Termoli, per poi risorgere grazie al Tar Molise. Domenica sera dalle ore 22 almeno fino alle 23.30, presso il parcheggio dell’Ospedale San Timoteo decine e decine di persone, nonostante il preavviso minimo, sono accorse ad accendere una candela come segno di dolore per la chiusura del punto nascita di Termoli, ormai già deserto. «Ognuno si procuri una o più candele. A casa sicuramente ne avrete qualcuna. Portatele! Vanno bene di qualsiasi colore, dimensione e forma. Siamo autorizzati a questa manifestazione silenziosa dalla Questura, a patto che: non disturbiamo la quiete pubblica (e infatti non avremo megafoni né diremo alcunché); non intralciano il traffico cittadino (e non lo faremo); non entriamo in ospedale; gli eventuali cartelloni (che sono i benvenuti, portateli pure) non devono avere contenuti offensivi né volgari; non superiamo le 200 persone per volta tutte insieme. #siamounsolopopolo #L113resiste», questo il messaggio lanciato sui social e sui gruppi WhatsApp dai promotori del comitato “Voglio nascere a Termoli”. Cartelloni, fiaccole a mo’ di lumini, era un veglia di commemorazione vera e propria, chiamiamola col suo nome, nella speranza che risorga al più presto possibile il Punto nascita. «Anche se non sono presente fisicamente ci tengo ad affermare che è importante l’evento della fiaccolata che comunque è un simbolo forte di aggregazione sociale e che insieme si possono ottenere risultati concreti… Grazie a tutti voi che siete presenti stasera e che rappresentate anche noi residenti nei paesi più lontani», questo uno dei messaggi lanciati nell’agone social da chi materialmente non ha potuto prendervi parte. C’erano anche le forze dell’ordine, ma tutto è filato liscio. La coscienza termolese si sta ridestando, il senso di appartenenza. La battaglia è viva.

“Voglio nascere a Termoli”, il comitato ad Agorà estate

Hanno sfidato il caldo e la via Crucis sulla Bifernina. Sono partiti ieri alle 7.15 da Termoli per arrivare alle 8.30 e partecipare in diretta alla trasmissione di attualità Agorà estate, condotta da Monica Giandotti su Rai Tre. Parliamo delle mamme di ferro, Debora Staniscia e Cinzia Ferrante, accompagnate dal dottor Giuseppe Pranzitelli e Alessandra Di Pasquale, i 4 moschettieri che hanno varato il comitato spontaneo “Voglio nascere a Termoli”. Hanno portato alla ribalta nazionale televisiva la vicenda del Punto nascita di Termoli, anche se del tema si è dibattuto poco in studio, con gli ospiti che hanno deviato su argomenti più politici, come l’odio e i migranti. Un peccato, perché la vicenda andava analizzata meglio. Comunque, il colpo di teatro c’è stato, la stessa Monica Giandotti, poco prima delle 10, in chiusura di puntata, ha dato notizia dell’accoglimento della sospensiva da parte del Tar Molise sul Punto nascita di Termoli. Un servizio denominato “Divieto di nascere a Termoli”.

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