Letizia Di Iorio, ex sindaca di Pizzone “ironizza” sull’esclusione del figlio dalla recita dell’Epifania e attacca gli organizzatori con le parole della “dottrina della Chiesa”. «Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami. L’atto di dolore, l’actus contritionis, è la preghiera che i cattolici apostolici romani recitano durante la messa, dichiarando a Dio di essere pentiti (addirittura… con tutto il cuore!!!) dei peccati commessi; infine, invocano con misericordia il perdono divino (o di… vino?). A capo chino (magari con il velo in testa), contriti e a mani giunte, i fedeli (?) sembrano raccolti e concentrati sulle parole che vanno pronunziando. È certamente una bella immagine di devozione, sottomissione e umiltà, è un momento di alta fedeltà, amplificata dai rituali tre colpi battuti sul petto per esaltare l’atto penitenziale. Peccato che tra i devoti penitenti (domenicali) talora si annidino esibizionisti e farisei, gli ipocriti che badano più alla forma che alla sostanza delle azioni, contro i quali anche Gesù (lo stesso Gesù, il Figlio di quel Dio al quale chiedono perdono senza meritarlo) scagliò una invettiva, così apostrofando: “guai a voi scribi e farisei ipocriti” (Matteo, XXIII e pure altrove). In occasione della recita del 5 gennaio scorso, tenutasi a Pizzone presso la Chiesa di San Nicola, con la benedizione del ministro di Dio, è stato escluso un solo bambino di Pizzone, mio figlio Samuele. L’organizzazione (sic!) o gli organizzatori (doppio sic!!), o colui o colei che hanno organizzato (triplice sic!!!) ispirati dai buoni sentimenti cristiani (leggi rancori personali, invidia patologica o meglio ancora odio), alla faccia dei principi teologici fondamentali che ispirano la religione cattolica (umiltà, bontà, carità, speranza, fede, dignità della persona, amore verso il prossimo ecc.) cosa fanno o fa? Spinti (o spinto/a) da tutto quanto è il contrario della spiritualità e della dottrina, escludono deliberatamente dall’evento un solo bambino (badate bene, un bambino)! L’atto di dolore della messa è già dimenticato, ma sarà recitato ancora la domenica successiva, sempre a capo chino (con o senza velo), sempre a mani giunte, sempre compunti, sempre battendo il petto, già pronti a dimenticarlo alla prima occasione e già pronti a chiedere di nuovo misericordevole perdono durante la messa della domenica successiva. È stato un esempio di pessima cultura, di mancanza di rispetto verso la collettività, di insensibilità, di mancanza di buon senso, di ignoranza, di povertà di spirito, di arroganza, di presunzione e di cattiveria… alla faccia di quel Dio dinanzi al quale ci si prosta e ci si umilia con i pugnetti sul petto, credendo d’ingannarlo nella convinzione che Lui sia disposto sempre a chiudere un occhio per la Sua infinita bontà. Dio sarà pure buono, ma fesso sicuramente no! Anzi, ha buona memoria (per questo si dice che “vede e provvede”). Deo gratias!».

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