Ancora in apprensione per il loro futuro i circa 70 lavoratori della ex Unilever dopo le notizie di segno decisamente negativo che giungono da Roma. A denunciarlo in una nota la segreteria regionale della Cisal che è molto preoccupata, a questo punto, per il rispetto del cronoprogramma per il rilancio produttivo della fabbrica di Pozzilli. «Invitalia non ha ancora firmato il decreto che avvia il finanziamento di 109 milioni di euro utili per la riconversione dello stabilimento ex Unilever di Pozzilli – spiegano i vertici della segreteria regionale Fialc-Cisal Molise -. La cosa peggiore, a questo punto, è che non è dato sapere il problema reale che blocca tale iter. In aggiunta, registriamo anche il calo di ottimismo da parte di chi si è speso sempre su un progetto, come se fosse stato studiato da Unilever per riconvertire Pozzilli, facendosi sfuggire il fatto che, invece, tale riconversione è stata cercata e trovata per strada da Unilever come via di uscita da una situazione complicata e difficile per via di una strategia scorretta mirata alla chiusura dello stabilimento senza possibilità di continuità. Sono passati ormai due anni dal fermo impianto produttivo di Pozzilli e il nuovo processo produttivo legato al progetto del riciclaggio della plastica non si avvia. Ora è giusto che i lavoratori debbano essere messi a conoscenza con chiarezza del problema che frena una riconversione che è stata pubblicizzata con spot affascinanti che enfatizzavano un processo produttivo nuovo come se Unilever lo avesse studiato e programmato appositamente per riconvertire lo stabilimento di Pozzilli. Dovrebbe essere chiaro, oggi, che Unilever non aveva programmato un piano di riconversione guidato. Unilever aveva programmato una chiusura senza continuità produttiva di nessun genere. Noi siamo fieri di aver scoperto, in tempi non sospetti, il piano Unilever e nonostante siamo stati isolati, accusati ingiustamente di protagonismo mirato a ruoli politici, abbiamo mantenuto la tranquillità e la concentrazione necessaria per la tutela dei lavoratori. Oggi chiediamo alle Istituzioni preposte impegni precisi e puntuali e risposte chiare su un progetto che è stato pubblicizzato, a suo tempo, dal Mise, da Unilever e da chi ha creduto in una riconversione come se facesse parte di una programmazione Unilever. Giovedì 1febbraio – conclude il sindacato – proporremo una manifestazione per evidenziare le criticità economiche del territorio, le difficoltà di un indotto sempre più in agonia e le preoccupazioni dei lavoratori e delle famiglie che non vedono chiaro il proprio futuro. È tempo di chiarezza. Non è più tempo di millantare iniziative che poi non danno risposte. È tempo di pensare all’economia reale e non alle esigenze politiche soggettive».
Eppure parliamo di un impianto “riconvertito”, progetto con degli elementi innovativi per quanto riguarda macchinari e layout rendendolo unico nel suo genere in Italia. Si basa fondamentalmente su tre aree impiantistiche integrate tra di loro: selezione primaria sperimentale, linee di lavaggio, impianti di estrusione, unico nel suo genere. Per il momento per i 63 lavoratori della ex Unilever di Pozzilli di positivo c’è solo l’accordo di qualche settimana fa raggiunto tra le parti (proprietà, sindacati e Regione) che prevede – ricordiamolo – che «la società Unilever Manufacturing srl procederà a richiedere l’intervento delle integrazioni salariali straordinarie in favore di massimo numero 63 unità lavorative, che, a decorrere dal 2 gennaio 2024, saranno collocate in Cigs a zero ore per un periodo massimo pari a 12 mesi poiché trattasi di impresa operante in area di crisi industriale complessa; la società farà richiesta del pagamento diretto da parte dell’Inps del trattamento di Cigs. È scritto nero su bianco nel verbale di esame congiunto. Almeno su questo punto, non ci saranno intoppi burocratici di sorta.
Marco Fusco

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