Il Comitato “Liberi Agricoltori Valle del Volturno” ieri in Campidoglio per la manifestazione nazionale degli agricoltori contro le politiche dell’Unione Europea. Tanti agricoltori e imprenditori provenienti dalla Piana di Venafro hanno aderito alla manifestazione e sul palco, in piazza del Campidoglio, uomini e donne hanno lanciato un appello all’unità dei tanti presidi e movimenti impegnati nelle mobilitazioni contro la crisi, una campagna per estendere e rafforzare le mobilitazioni dal titolo ‘Cento giorni per salvare l’agricoltura e la pesca riaprendo la speranza’.Tra gli imprenditori agricoli anche il consigliere comunale Massimo Zullo che ha voluto portare la sua testimonianza a questa manifestazione nazionale. Ma a far sentire forte la voce di tutto il Molise ci ha pensato il Presidente del Comitato “Liberi Agricoltori Valle del Volturno” Mario Rambaldi: «Porto un saluto dal Molise – ha scandito il presidente Rambaldi durante il suo intervento nella Capitale-, una regione che spesso si dice che non esiste. Invece esistiamo. Forse siamo proprio come l’agricoltura italiana che esiste ma la vogliono far scomparire. Il problema è grave in questo momento siamo sull’orlo di un baratro se permettiamo alla Comunità europea di far passare queste leggi che ci fermano, che ci bloccano, che ci intimano di rispettare il 4 per cento da parte di non coltivare, se ci dicono che noi siamo gestori della biodiversità. Però nello stesso momento noi perdiamo potere economico per vivere. Io penso che loro ci stanno portando alla morte e qui che dobbiamo combattere: quando uscirono le quote latte se avessimo fatto un’operazione del genere forse non sarebbero state applicate. Dobbiamo fare una lotta anche per questo, soprattutto per questo, per la nostra identità, per la nostra vita, perché loro ci stanno ammazzando. Poi in questo momento la farina di grilli, la carne artificiale. Ma scusate, voi mi state dicendo di non coltivare mentre sta nascendo una nuova economia, che domani magari avrà il monopolio e la gestione del reparto alimentare in tutto il mondo. Signori, Bill Gates ha aperto la più grande azienda agricola in America perché sa perfettamente che per guadagnare oggi bisogna comandare il cibo e il cibo serve a tutti quanti, nessuno lo può negare. Tutti quanti noi – ha continuato Rambaldi -abbiamo il latte, il caffè, il cappuccino, facciamo comunque la pasta. La carne la fa sempre un agricoltore. E loro vogliono ammazzarci. Ed è questo che noi dobbiamo dire, difendere. Dobbiamo difendere la nostra categoria per i nostri figli che vogliono continuare questa attività. Perciò vi dico e vi ripeto: noi siamo pronti a partecipare alle prossime manifestazioni sempre con garbo, sempre con rispetto, però vogliamo il nostro spazio e vogliamo che chi sta al potere ci difenda. E ricordiamoci che due anni fa, durante la pandemia, ci hanno invitato a lavorare, ci hanno consentito di lavorare, ma poi ci hanno abbandonati. Noi eravamo gli eroi nazionali. Sì, è vero. Però ci hanno abbandonato. Il grano russo non arriva per gli embarghi, ma poi lo date alla Turchia che manda le navi in Italia, con quale risultato? Due anni fa il grano stava 54 euro al quintale, un anno fa stava 50, quest’anno 35. Questo è il risultato: due anni fa i girasoli erano a 70 euro, 93 l’anno scorso, 37 quest’anno. Di che cosa vogliamo parlare? Però abbiamo fatto i nostri acquisti: i semi, i mezzi, i pezzi di ricambio, i trattori, tutto ciò che abbiamo messo in produzione, lo abbiamo pagato a caro prezzo per ritrovarci senza niente. E allora – ha concluso Mario Rambaldi – questa è la lotta che dobbiamo portare avanti per avere un’identità presente nella nostra nazione. Noi parliamo una lingua nazionale, l’italiano, però noi agricoltori abbiamo tutti la stessa lingua e abbiamo soltanto la bandiera quella italiana, il profumo della terra è la bandiera italiana».
M.F.

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