Venti cubi di marmo con impresso il nome delle regioni italiane per ricordare il sacrificio e la forza del Corpo Italiano di Liberazione e commemorare i tanti soldati italiani morti dopo l’armistizio dell’8 settembre.
E’ il monumento eretto nel 1974 su Monte Marrone, una delle vette delle Mainarde, che nel 1944 era presidiato dai tedeschi, lungo la linea Gustav, e poi fu liberato da un plotone di militari del Battaglione Alpini Piemonte che riuscirono ad aprire un varco per le truppe alleate verso Roma.
Ieri, come riporta l’Ansa, autorità e cittadini hanno raggiunto il Monte Marrone, nel territorio di Rocchetta al Volturno (Isernia), e hanno reso omaggio ai caduti. Lungo il tragitto una stele è posta nel punto preciso in cui, a causa di una mina antiuomo, perse la vita il partigiano e scrittore Giaime Pintor. Era il 1943 e lui aveva solo 24 anni.
«Se non dovessi tornare non mostratevi inconsolabili. Una delle poche certezze acquistate nella mia esperienza è che non ci sono individui insostituibili e perdite irreparabili. Un uomo vivo trova sempre ragioni sufficienti di gioia negli altri uomini vivi». Sono le parole che scrisse Giaime al fratello. Le ha lette il presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia. «Ebbe coraggio, lo stesso coraggio di tanti partigiani che non si fecero opprimere dalla furia nera. La loro lotta ci ha regalato la libertà e la democrazia. Ed è dal loro sangue che è nata la nostra meravigliosa Costituzione». Citando Calamandrei, Saia ha aggiunto: «Oggi il fascismo può anche non manifestarsi nella più chiara delle forme, ma può nascondersi dietro ogni sopruso, violenza, ingiustizia o tentativo di riscrivere la storia. Antifascismo non è una parola che fa paura, eppure in molti fanno ancora fatica a pronunciarla. Tra le strade, in tv, tra rigurgiti oscurantisti e scelte editoriali discutibili, alcune persone tentano di mettere un segno nero su questa parola. Ecco, allora lo dico anche per loro. Oggi e sempre sono fiero di essere antifascista». Presente anche il sindaco di Isernia, Piero Castrataro: «Anche quest’anno ho scelto Monte Marrone, luogo simbolo della Resistenza, per festeggiare la Liberazione e omaggiare tutti coloro che si sono battuti per regalarci la libertà. Un valore profondo, pilastro di democrazia e di pace, che mai dobbiamo dare per scontato. Il 25 aprile ci ricorda chi ha lottato per opporsi all’oppressione del fascismo, ma ci offre anche l’occasione di lanciare un messaggio di speranza: quello di un mondo in cui prevalgano libertà di pensiero, di parola e rispetto. È compito delle Istituzioni, ad ogni livello, promuovere e affermare questi valori!».

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