Dopo la nota di denuncia dell’onorevole Aldo Patriciello circa la situazione di degrado riscontrata presso l’Oasi “Le Mortine”, arriva la replica del WWF Molise che in una lettera aperta diretta all’europarlamentare spiega: «Gentile onorevole, leggiamo sulla stampa e sui social del Suo sfogo sulla esperienza nell’oasi “le Mortine”, comprendendo e condividendo il disappunto.
Ci preme tuttavia, ad onor del vero, sottolineare che la cosiddetta “Oasi WWF Le Mortine” non è, allo stato attuale, una delle oasi WWF.
Comprendiamo che il Suo fosse un riferimento storico e toponomastico e non gestionale, essendo di diffusa conoscenza che l’Oasi WWF Le Mortine, istituita nel 1996, ha cessato il suo stato di Oasi WWF nel 2009. Più di quindici anni fa.
Ci fa piacere valutare che soli 13 anni di gestione WWF abbiano lasciato un ricordo talmente persistente da essere ancora, quel luogo, conosciuto come “Oasi WWF”, il che, pur non rappresentando nessuna indicazione di gestione, riconosce a quel territorio caratteristiche di naturalità, biodiversità e bellezza, esaltate, a suo tempo, con il titolo di Oasi WWF.
Conclusa l’esperienza con il WWF, l’area è stata data in gestione ad altra Associazione che l’ha curata fino a due anni orsono, senza alcun sostegno se non di privati cittadini e dei gruppi scout che, numerosi, hanno frequentato quei luoghi quali interpreti, per loro natura, della “Laudato Si’”, vivendo l’ambiente naturale come luogo privilegiato della loro tipica azione educativa.
Un luogo, dunque, da più parti riconosciuto come importante e significativo.
Purtroppo le cose della vita non vanno sempre come vorremmo o come sarebbe giusto, per cui l’area è da anni in abbandono e questo, siamo d’accordo con Lei, è una cosa dolorosa, che richiederebbe una qualche azione e che impone qualche ulteriore riflessione.
Leggiamo, nel suo legittimo sfogo, di promozione territoriale, di cultura della ricettività, di vergogna e, infine, di amministrazione.
Sono, probabilmente, i punti dolenti della nostra molisanità, della nostra storia e del nostro territorio, varie facce della stessa carenza che è, in sostanza, una diffusa carenza di orgoglio di appartenenza.
Pensiamo che difficilmente chi fa del proprio giardino la discarica delle proprie immondizie sia il tipo propenso ad accogliere ospiti. E certo c’è da chiedersi cosa possa spingere persone, nel 2025, a continuare a disperdere i propri rifiuti in natura, invece di utilizzare i servizi, pagati dalla collettività, messi a disposizione dalle Amministrazioni.
Potrà forse esserci qualche difficoltà nella organizzazione delle isole ecologiche ma certamente, ancora di più, è un evidente serio problema di educazione, piano sul quale c’è dunque, ancora, un gran lavoro da fare.
Cosi come c’è un gran lavoro da fare nell’immaginare in quale mondo, in quale Regione, vorremo vivere nel prossimo futuro.
Il ruolo dell’Amministratore e del politico è, secondo noi, il massimo del servizio che ciascuno può offrire alla propria Comunità ed è per questo di grandissima responsabilità: è sua la missione di immaginare un migliore futuro per tutti e orientare le risorse perché il destino di un territorio sia quello di un luogo dove ancora valga la pena vivere. Se l’indignazione conduce ad una azione, è già l’inizio di un cambiamento».

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