Il maltempo ha concesso una tregua. Ma già nelle prossime ore la provincia di Isernia sarà nuovamente interessata da abbondanti precipitazioni, anche temporalesche.
Il sindaco di Montaquila Marciano Ricci è dunque preoccupato per le condizioni di tutti i corsi d’acqua che scorrono all’interno del territorio comunale. Anni e anni di abbandono, di mancata manutenzione nel letto di fiumi e torrenti, hanno provocato una situazione di pericolo per aziende, abitazioni e campi coltivati. Nel Ravindola e nel Volturno i detriti portati a valle dalle piene hanno innalzato il letto del fiume. Inoltre la vegetazione incolta, in caso di piena, potrebbe formare una diga naturale causando distruttive esondazioni. Nell’alveo esiste già una cospicua e pericolosa presenza di rami e tronchi (nell’ordine di tonnellate di legname) che già ora, in una situazione di normalità, limita la portata d’acqua.
Anche le briglie di rallentamento costruite nei decenni scorsi sono crollate nel letto del fiume ed oggi, anziché assolvere alla funzione per cui vennero realizzate, rappresentano un ulteriore impedimento per il regolare deflusso dell’acqua.
Se è vero che il primo cittadino è anche il capo della protezione civile, è altrettanto vero che Montaquila, così come gli altri paesi del territorio, non dispone delle risorse economiche necessarie per provvedere autonomamente alla manutenzione dei corsi d’acqua oltre a dover fare i conti con innumerevoli vincoli che la legge impone sull’argomento. Ed allora Marciano Ricci ha chiesto la convocazione di una riunione tecnica urgente che riunisca attorno allo stesso tavolo tutti gli enti che hanno competenza in materia affinché vengano concessi ai Comuni il nulla osta e le risorse necessarie per far fronte all’emergenza prima che arrivi la stagione invernale. Prima che sia troppo tardi.
«Nel caso si procrastinassero ulteriormente i tempi d’intervento – ha precisato il sindaco di Montaquila – non mi riterrò responsabile di eventuali danni a cose o a persone causati dall’incuria su beni demaniali di competenza di altri enti statali».
Val la pena ricordare che già nel 1993 il torrente Ravindola – in territorio di Roccaravindola – esondò provocando danni ingenti alle aziende, ai campi coltivati ed alle abitazioni che sorgevano in prossimità dell’alveo. Peraltro la piena causò danneggiamenti anche alle infrastrutture quali strade e ponti.

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