Dicono di essere tranquilli ma allo stesso tempo un velo di perplessità traspare dagli occhi: la Cisal insomma non è del tutto convinta della “smentita” della Unilever che ieri ha diramato una nota per rassicurare i lavoratori.
Queste le due righe inviate per spiegare che «in merito alle notizie apparse di recente e relative allo stabilimento Unilever di Pozzilli, l’azienda respinge qualunque illazione e speculazione e dichiara che non esiste alcun piano di delocalizzazione delle produzioni di prodotti per l’igiene della casa».
Per ribadire il concetto ieri pomeriggio la multinazionale ha pure convocato la rappresentanza sindacale unitaria. Tuttavia, nessuna ulteriore spiegazione o rassicurazione è stata fornita. Non è dunque del tutto chiaro se con la nota l’azienda abbia voluto smentire la chiusura dello stabilimento – che è l’allarme lanciato dalla Cisal con Antonio Martone nei giorni scorsi – oppure “soltanto” la delocalizzazione. Una questione di “parole” o di sostanza? Al momento nessuno ne sa di più. Tuttavia, il responsabile della Cisal Martone ha voluto precisare come Unilever da un lato tenda a rassicurare ma dall’altro non dà piena serenità e tranquillità in quanto «attendiamo di vedere il piano industriale almeno triennale e il piano di produzione per il 2020 che ancora non c’è». Dunque, solo allora «potremo dirci soddisfatti e rassicurati realmente».
Magari maggiori spiegazioni e garanzie verranno offerte nel tavolo urgente chiesto a sindacati, Assindustria, Prefettura, azienda e Regione dalla presidente del Consorzio industriale Stefania Passarelli alla quale, peraltro, si è rivolto duramente Leopoldo Di Filippo, Rsu della Fiom Cgil alla Sata.
Il sindacalista ha fatto sapere di aver appreso «in data odierna – ieri, ndr – dalle pagine di Primo Piano Molise che la presidente del Consorzio industriale Stefania Passarelli, alla notizia di una paventata, non ancora ufficiale per la verità, dismissione del sito produttivo di Pozzilli della Unilever, si sia immediatamente attivata inviando una nota formale in quanto “le gravi ripercussioni-si legge nella nota-che sull’intera economia locale avrebbe simile, denegata ipotesi di intuitiva comprensione”. Non possiamo far altro che apprezzare la solerzia con cui si è mossa la presidente del Consorzio. Un gesto forte, cercando di scongiurare la paventata ipotesi prima che possa concretizzarsi». Tuttavia, Di Filippo ha aggiunto, «ci chiediamo se esistano lavoratori di serie A e serie B, constatato che per la vertenza Sata spa, che l’anno scorso si è chiusa con un licenziamento collettivo di 24 unità, la stessa presidente non abbia speso una parola nei nostri confronti, né tantomeno abbia convocato tavoli tecnici per la risoluzione delle problematiche di esubero».
Quindi, «nell’apprezzare l’immediata reattività della presidente, ci duole sottolineare come nel Consorzio industriale di Venafro-Pozzilli esistano due categorie di lavoratori che, evidentemente, meritano trattamenti e considerazione diversi. Probabilmente la loro uscita dal mondo del lavoro non generava “le gravi ripercussioni che sull’intera economia locale avrebbe simile, denegata ipotesi di intuitiva comprensione” e pertanto poteva avvenire senza colpo ferire».
In ogni caso, il rappresentante sindacale unitario della Fiom Cgil fa presente alla presidente del Consorzio come «alla Sata Spa di Pozzilli abbiamo ancora bisogno delle istituzioni, per permetterci di arrivare all’avvio della nuova commessa previsto per ottobre 2020».
Insomma, un ulteriore campanello d’allarme che suona nel Nucleo industriale dove pure, come sottolineato dalla Passarelli da queste stesse colonne nei giorni scorsi, si stanno insediando nuove aziende. Al momento, comunque, pare di capire che l’attenzione massima è sulla Unilever che ha sì smentito eventuali delocalizzazioni ma senza rassicurare fino in fondo la Cisal, che per prima ha lanciato l’allarme.

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