Unilever non chiuderà lo stabilimento di Pozzilli? A quanto pare nessuno lo sa. La smentita, incentrata sulla delocalizzazione, non ha fatto del tutto chiarezza, al punto che la nostra redazione ha chiesto e sollecitato una risposta più puntuale: da due giorni però nessuno si fa vivo… Ad avere grossi dubbi è la stessa Cisal che con Antonio Martone aveva lanciato l’allarme: il sindacato chiede lumi, vuole una rassicurazione reale e non le due righe ‘ad interpretazione’ partorite dalla multinazionale nel tentativo di tranquillizzare tutti.
Secondo quanto “denuncia” Martone, una linea produttiva sarebbe stata già smantellata. E sono tanti i dubbi da fugare. Che la “smentita” Unilever evidentemente non ha fugato. La speranza è che si tratti solo di una interpretazione sbagliata.
Tuttavia, «alla luce di quanto accaduto in queste ultime settimane, per la tranquillità dei lavoratori e delle loro famiglie, nel rispetto dei rispettivi ruoli e responsabilità, è doveroso fare chiarezza e sgombrare il campo da appartenenze ideologiche e interessi di parte – premette Antonio Martone -. La presidente del Consorzio industriale ha, infatti, tutta la nostra disponibilità ad un confronto serio e corretto per affrontare il problema del futuro della produzione industriale del territorio in modo unitario e condiviso, ma la comunicazione dovrebbe essere sempre preceduta da una accurata documentazione su fatti e circostanze. I lavoratori dello stabilimento di Pozzilli sono certamente lieti della stringata nota stampa di Unilever con cui viene respinta “qualunque illazione e speculazione” relativamente alla temuta “delocalizzazione” delle produzioni dei detergenti liquidi dello stabilimento di Pozzilli. La nota, tuttavia – entra nel merito il segretario Cisal -, non è sufficiente a fugare i dubbi sul futuro dell’azienda».
Insomma, «la Cisal non vuole allarmare ma esige chiarezza!». E dunque «Unilever deve spiegare i punti che destano serie preoccupazione per il territorio e, quindi, per questa organizzazione sindacale, deve chiarire: i motivi per cui la Cisal è stata esclusa dal tavolo nazionale di Federchimica il 30 ottobre, quando si è discussa “l’Agenda per lo sviluppo del capitale umano di Unilever nell’Industria 4.0”. È l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori che definisce ed indica le regole previste in questi ambiti, e non le esigenze di parte! Se le voci riguardo a eventuali richieste di preventivi a fornitori esterni siano veritiere. Se lo smantellamento della linea 10 a Pozzilli e, nello stesso tempo, l’implementazione di una linea simile per produrre pouch a Casalpusterlengo, sia una strategia produttiva che indebolisca lo stabilimento. Se l’inserimento dei codici dei prodotti di Pozzilli nelle linee produttive di Casalpusterlengo possa incidere negativamente sul futuro del nostro stabilimento. Se, nella strategia aziendale Unilever, lo stabilimento di Pozzilli rappresenta ancora il fiore all’occhiello del Gruppo ed esistono ancora le condizioni per il suo mantenimento almeno per il prossimo triennio. Se la politica della competizione tra stabilimenti è finita e se, di conseguenza, la decisione riguardo alla chiusura o alla terziarizzazione sia stata già stata presa».
Non bastasse ciò, secondo Martone, «a destare le maggiori preoccupazioni è stata anche la decisione di rinviare di un mese e mezzo l’incontro richiesto con estrema urgenza dalla Rsu aziendale». Insomma, «cos’è cambiato rispetto al passato quando le risposte di Unilever erano immediate e puntuali?».

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