Il Coronavirus adesso fa paura davvero anche in Italia. E la preoccupazione arriva fino in Molise. A Pozzilli, per la precisione. L’’epicentro’ nostrano dell’epidemia, infatti, è nella zona di Casalpusterlengo: nello specifico il “paziente uno” (ovvero il primo caso riscontrato) è un dipendente del settore Ricerca e sviluppo dell’Unilever, fabbrica ‘gemella’ di Pozzilli. I ‘contatti’ tra i due siti sono quotidiani. Solitamente tecnici, dirigenti, gli stessi dipendenti vanno in trasferta da una parte all’altra. In quest’ultimo periodo, fortunatamente, pare però di no. Ma se è scongiurata una qualche forma di connessione del genere, la preoccupazione, l’allarme si potrebbe dire è rappresentato dagli autotrasportatori. Pressoché quotidianamente le materie prime vengono spedite da Casalpusterlengo a Pozzilli. Al punto che per precauzione, la direzione aziendale dopo aver sentito la rsu e il medico competente ha disposto che i conducenti dei mezzi debbano indossare adeguate mascherine. Questo da subito. Mentre per le prossime ore non si escludono ulteriori misure di precauzione. Ed è bene ribadire di precauzione: al momento, infatti, non c’è motivo di serio allarme a Pozzilli. Di grande attenzione, invece, sì.
La Unilever di Casale – così come ovviamente tutte le altre imprese, attività, uffici, bar, scuole – ieri pomeriggio è stata chiusa con una ordinanza del Ministero della Salute e della Regione Lombardia dopo che per gran parte della giornata presso lo stabilimento si è respirata aria di improvvisazione.
Il 38enne originario di Castiglione d’Adda contagiato (pare, ma ancora non ci sono certezze) da un suo amico manager rientrato dalla Cina con il quale era stato a cena, lavora sì in un ufficio distante dalla produzione ma, come testimoniato dagli altri dipendenti, sicuramente fino a venerdì scorso (ultimo giorno in cui si è recato a lavoro) è entrato in contatto con tutti in azienda poiché, ad esempio, la mensa è in comune; così come le docce. Per questo motivo a tutti i 500 lavoratori della Unilever di Casalpusterlengo è stato effettuato l’apposito tampone per scoprire se siano stati contagiati dal Coronavirus o no. Sono invece risultati contagiati di sicuro fino a ieri sera la moglie (incinta all’ottavo mese) del 38enne, un amico della coppia e tre anziani frequentatori di un bar in comune; nonché cinque medici e tre pazienti del pronto soccorso di Codogno dove si era recato una volta avvertiti i primi sintomi. L’uomo versa in gravi condizioni, nonostante prima di contrarre il virus fosse in perfette condizioni fisiche.
C’è da dire che la task force emergenziale si è subito attivata. Interi territori – ben 10 comuni – sono stati letteralmente isolati: scuole ed esercizi commerciali chiusi, manifestazioni tutte sospese. Gli abitanti della zona, circa 50mila, sono stati invitati a rimanere in casa nel tentativo di contenere il contagio. Il 38enne lombardo del laboratorio Ricerca e sviluppo Unilever è un podista, ha giocato a calcetto in questi giorni, ed è volontario della Croce Rossa: numerose sono state le persone con le quali è entrato in contatto. In attesa di individuare il “paziente zero” (colui cioé che ha ‘importato’ il virus) è ora su di lui che si concentra l’attenzione per provare a circoscrivere il campo d’azione in cui intervenire e verificare se anche altri – ad oggi senza sintomi e quindi ignari – siano stati contagiati.
Intanto, non è da escludersi che nei prossimi giorni la multinazionale possa decidere di incrementare la produzione di Lysoform casa da 1000-1250-1500 ml a Pozzilli, considerato che il sito di Casale dovrà restare chiuso. Infine, sempre per motivi precauzionali il vertice in programma al Mise martedì potrebbe slittare: i protagonisti per la parte aziendale periodicamente svolgono dei meeting a Roma con i direttori dei vari stabilimenti, dunque si vuole evitare qualsiasi tipo di rischio. Il rinvio, però, al momento è solo una (remota) ipotesi.
Pr

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