È il simbolo dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus. Parliamo delle mascherine, una merce davvero rara in questo periodo. Non per i cittadini di Montaquila però, che si sono visti recapitare a casa – dai volontari del Comune iscritti alla Protezione civile – i dispositivi acquistati di propria tasca dal sindaco Marciano Ricci. Dopo i tre ventilatori donati all’Asrem, ora 2.500 mascherine messe a disposizione della popolazione.
In realtà, Ricci ha fatto sapere che «ne sto cercando anche delle altre magari per offrirle ai comuni limitrofi – ha anticipato il primo cittadino di Montaquila -. È difficile ma penso di farcela a trovarle. Chi può deve dare una mano, fare la propria parte, ognuno deve mettere il meglio di sé stesso», ha ribadito il messaggio dei giorni scorsi il capo dell’amministrazione comunale.
Una battaglia ancora da vincere quella contro il Covid-19. E sullo sfondo si intravedono già gli effetti collaterali di un mostro che colpisce alle spalle.
L’emergenza, infatti, non è solo sanitaria ma anche economica e sociale, con tante persone che hanno bisogno di risorse per sopravvivere. In momenti come questi serve coesione, unità d’intenti, soluzioni e non polemiche che tutta la classe politica deve individuare.
«L’Italia si deve unire e trovare una soluzione per uscire da questo gigantesco problema. Abbiamo oltre 10.000 morti, decine di migliaia di contagiati. Non è il momento di litigare, lo faremo dopo. Adesso bisogna dispensare tranquillità, serenità e andare avanti. L’Italia sta attraversando un brutto momento. Dei 25 miliardi stanziati dal governo, 13 sono per la cassa integrazione, per i lavoratori dipendenti. Ma al resto del popolo che diamo? C’è gente che viveva lavorando in nero. Adesso che fa, fa morire di fame la famiglia?». Insomma, «è una questione molto delicata. La politica deve ragionare, affrontare il problema senza “io faccio”, “io dico”, “sono migliore io”, “no io”…». Dunque, agire tutti nella stessa direzione senza puntare il dito. Marciano Ricci intanto ha inteso ringraziare «di cuore medici, Protezione civile, forze dell’ordine e tutti coloro che si stanno prodigando e stanno offrendo il proprio contributo in questa emergenza».

Un Commento

  1. lucio iacovone scrive:

    Signor sindaco Ricci non sono di Montaquila, ho la residenza a Venafro da oltre mezzo secolo, ho avuto il piacere di conoscerla negli uffici di Venafro, era ancora in vita quel Signore-galantuomo di suo padre, nel bar sottostante gli uffici, bar dell’amico Cosimo di Nardo. Quello che Lei sta facendo per tutta la sua comunità altro non è che la continuazione dell’azione sempre perseguita dal suo caro genitore. Nel momento del dolore, del bisogno, della tristezza che pervade tutti noi Lei, in silenzio, lavorando duramente come è stato abituato a fare senza troppe chiacchiere e trambusti, senza far polemiche inutili, in silenzio, si è rimboccato le maniche per alleviare abbattendo i limiti del possibile e facendo l’impossibile per dare una mano per le sofferenze dei più bisognosi, I SILENZIOSI. La cosa che la rende unica Signor Ricci non è essere o meno un buon sindaco, si può anche sbagliare, ma Lei sindaco non sbaglia perché sa applicare alla lettera i Grandi insegnamenti pregni di umanità cristiana rivolti al prossimo e ricevuti in famiglia. La saluto con stima sindaco senza mai dimenticare il caffè offerto sempre col sorriso da Suo Padre. Da cittadino mi permetta però d’interpretare e di farmi portavoce dei cittadini di Montaquila che SICURAMENTE E SINCERAMENTE la vorranno ringraziare sempre per l’esempio, l’impegno, l’amore e la tenacia che riesce a trasmettere alla SUA gente. Le Auguro sinceramente Sindaco tutto ciò che il suo cuore desidera per la sua famiglia e per la cittadinanza di Montaquila che Lei degnamente rappresenta in questo momento di paura di tristezza di smarrimento.

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