Sono quattro, al momento, le persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Domenico D’Amico.
Gli inquirenti coordinati dal pm Alessandro Iannitti lavorano per capire cosa sia accaduto di preciso la sera del 13 giugno alla Serioplast di Pozzilli e perché il 22enne si trovasse da solo all’interno dell’area del pallettizzatore, che poi lo ha ucciso.
Possibile che il macchinario – posto sotto sequestro dai Carabinieri della Compagnia di Venafro – sia ‘ripartito’ da solo mentre il povero Domenico si trovava lì dentro? A questa domanda dovranno rispondere i periti tecnici che certamente a breve saranno nominati dalla Procura per comprendere se quella tragica sera siano stati registrati malfunzionamenti.
Intanto ieri presso il “Veneziale” di Isernia il medico legale Massimiliano Guerriero ha svolto l’esame autoptico: la relazione completa verrà consegnata tra 90 giorni ma secondo indiscrezioni sarebbe confermata la morte da schiacciamento. La salma del povero Domenico è stata quindi restituita ai familiari: oggi alle 16 a Bojano i funerali.
Il comitato Inail chiede informazioni. Sul caso è intervenuto pure il comitato consultivo provinciale Inail di Isernia. Con il presidente Leopoldo Di Filippo e il suo vice Giovanni D’Uva il Cocopro Inail ha «immediatamente chiesto informazioni atte a conoscere dettagliatamente le dinamiche e le cause dell’infortunio mortale occorso al giovane lavoratore, con l’obiettivo di proporre iniziative e programmi per lo sviluppo della cultura della prevenzione nel proprio territorio di competenza. Questo, nell’ottica di proporre, immediatamente, iniziative per la costituzione di un “Osservatorio” permanente sui rischi professionali, al fine di suggerire le pratiche di prevenzione più idonee sull’intero territorio provinciale, per contrastare il ripetersi di tali tragici episodi». Di Filippo e D’Uva hanno condiviso di ritrovarsi, «ancora una volta, agghiacciati e increduli, a commentare, o meglio, a riflettere sull’ennesimo episodio di morte sul lavoro. Stavolta, ad essere strappato all’affetto dei propri cari, è stato Domenico, un giovane lavoratore interinale di soli 22 anni. Fermiamoci tutti e chiediamoci: è questo il mondo del lavoro che vogliamo per i nostri figli?».

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