«Un passo avanti e due indietro». È questa l’impietosa sintesi formulata dalla Cisal in merito all’incontro di ieri sulla “vertenza” Unilever.
La conference call diretta dal Ministero dello Sviluppo economico ha visto la presenza di pressoché tutti gli invitati, ad eccezione della Regione Molise. L’esito del tavolo, secondo alcuni sindacalisti, è stato in chiaroscuro. L’Unilever in un modo o nell’altro non esisterà più così come è oggi. Questa appare l’unica certezza.
Dalla Cisal si sono detti dunque «preoccupati». Stessa preoccupazione è stata espressa nel corso della conference call da parte del comitato dell’indotto che teme per la sorte delle 10 aziende e dei 250 dipendenti che gravitano intorno alla multinazionale.
Sostanzialmente il rappresentante dell’azienda Gianfranco Chimirri ha fatto capire a chiare lettere che nel futuro della Unilever Pozzilli non ha più posto, o quantomeno non ha più quella storica centralità che ha sempre avuto. Sul tavolo la società ha messo cinque progetti o meglio cinque manifestazioni di interesse da parte di altrettante cordate – che non sono state rese note nemmeno al Mise – che riguardano: tre il riciclo della plastica e due la continuità produttiva. Esclusi dunque progetti legati allo smaltimento delle batterie al litio: ci vorrebbe troppo tempo per addivenire alla riconversione. Secondo i sindacalisti questo quadro sarebbe sconfortante dal punto di vista del mantenimento degli attuali livelli occupazionali.
Unilever ha poi pure chiarito che non ci sono produzioni da lasciare a Pozzilli. Insomma, a quanto pare niente Sanguinetto-bis all’orizzonte: in Veneto la multinazionale ha ceduto ad una società terza garantendo però commesse per un certo numero di anni. Per Pozzilli lo schema, che pure era stato paventato, al momento non appare replicabile. Sia come sia, Chimirri si è impegnato ad arrivare ad ottobre, al prossimo tavolo, con soli due progetti tra i quali scegliere. Poi a novembre saranno rese note le tempistiche di quello che appare come un ormai scontato “passaggio di consegne”. Ovviamente nel frattempo occorrerà lavorare a tutti i livelli per tutelare lo stabilimento, l’indotto e i livelli occupazionali anche se l’assenza della Regione non lascia presagire nulla di buono. Da questo punto di vista, va detto pure che il Mise ha garantito che c’è l’impegno della parte tecnica della Regione in questa vertenza. Tuttavia, dalla Cisal hanno espresso criticità: «Siamo insoddisfatti per la gestione troppo accomodante del Mise. Inoltre cosa significa che la Regione sta partecipando con i tecnici se né i progetti né i nomi sono stati messi sul tavolo!». In altre parole, a fine luglio si è ancora in altomare.
Anche la consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli, presente alla conference call, nel suo intervento ha espresso preoccupazione per il futuro dello stabilimento.
L’ottimismo del M5S. Dal canto suo, la delegazione 5 Stelle ha provato a spargere ottimismo. In videoconferenza, oltre ai rappresentanti di azienda e sindacati, sono stati presenti i portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati Antonio Federico e Rosa Alba Testamento, e i portavoce M5S in Consiglio regionale Vittorio Nola e Andrea Greco.
«L’incontro di oggi – ha spiegato la sottosegretaria Alessandra Todde – è servito per monitorare i passi compiuti dall’azienda sul futuro del sito di Pozzilli, un lavoro portato avanti con il supporto dei nostri uffici, di Invitalia e dei tecnici della Regione. Registriamo con soddisfazione l’impegno ad una totale salvaguardia del perimetro occupazionale diretto e indiretto. Il Mise seguirà con attenzione gli sviluppi che nei prossimi mesi porteranno alla definizione concreta del progetto».
«Il fatto che in questo periodo ci siano investitori che vogliono fare impresa a Pozzilli – ha spiegato Federico – è certamente una buona notizia. È chiaro che le prossime settimane saranno dirimenti per capire l’entità, lo spessore e la visione di questi progetti tra i quali l’azienda dovrà scegliere quelli da presentare al Mise. L’optimum è quello di mantenere la produzione attuale, il know how attuale, ma di certo fondamentale sarà prima di tutto la tutela degli attuali livelli occupazionali. In questo senso l’azienda è chiamata a fare la propria parte e Unilever Italia si è impegnata davanti al Ministero per la tutela dei posti di lavoro. Ma per raggiungere l’obiettivo – ha concluso il portavoce alla Camera – c’è bisogno dell’impegno di tutte le parti: azienda, Ministero, sindacati, lavoratori e Regione. Ecco perché lascia amarezza la nuova assenza all’incontro dei vertici politici regionali: in ballo c’è una importante fetta dell’economia molisana».
Vittorio Nola e Andrea Greco hanno fatto sapere, in primis, di essere «contrari alla conversione dello stabilimento di Pozzilli in un sito per il riciclo della plastica, una delle ipotesi proposte da Gianfranco Chimirri, direttore delle Risorse umane di Unilever Italia. A riguardo chiediamo che sia perseguita la strada delle partnership industriali per sfruttare la migliore capacità produttiva del sito di Pozzilli e al tempo stesso sarà importante conoscere i nomi dei possibili investitori. Il tutto speriamo possa avvenire nel più breve tempo possibile, al massimo tra settembre e ottobre anche e soprattutto nel rispetto delle dieci aziende e dei 250 lavoratori dell’indotto. Come già accaduto in passato registriamo l’assenza del governatore Donato Toma, o comunque di qualcuno da lui delegato, che ha nuovamente snobbato l’incontro con il Mise: un comportamento secondo noi offensivo nei confronti dei lavoratori». Tuttavia, Nola e Greco hanno accolto «favorevolmente il coinvolgimento diretto di Invitalia, a conferma dell’impegno del governo nazionale. Anche per questo vogliamo ringraziare la sottosegretaria Todde che sta seguendo questa vicenda passo per passo».

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