Dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia è arrivata conferma piena alla notizia del sequestro dell’azienda nel Nucleo industriale ritenuta responsabile di sversamenti illeciti nel canale di scolo Funnone.
Dal palazzo di giustizia hanno infatti reso noto che «nella mattinata di lunedi i Carabinieri forestali delle stazioni di Venafro e Monteroduni hanno sequestrato uno stabilimento presente nella zona industriale di Pozzilli, dedito alla produzione di articoli per l’igiene e la disinfezione». Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Gip del Tribunale di Isernia dott. Michele Caroppoli su richiesta del procuratore della Repubblica di Isernia dott. Carlo Fucci e del sostituto procuratore della Repubblica dott.ssa Maria Carmela Andricciola che hanno valutato gli atti trasmessi dai Forestali e ravvisato reati in materia ambientale nei fatti accertati dai Forestali stessi. Dunque, «il provvedimento è stato adottato grazie all’azione dei Carabinieri forestali di Venafro che, nel corso di un servizio finalizzato al controllo generale del territorio, fortemente voluto anche dalla Procura della Repubblica di Isernia, hanno notato che le acque di un canale naturale di scolo delle acque, prossimo allo stabilimento, si presentavano densamente schiumose e emananti forti odori riconducibili a tensioattivi». Le indagini esperite nell’immediatezza, anche con l’impiego di traccianti, secondo gli inquirenti hanno quindi inequivocabilmente messo in luce la loro provenienza.
L’autorità giudiziaria ha così disposto «il sequestro preventivo dell’opificio per evitare che le conseguenze del reato potessero essere ulteriormente aggravate o protratte e che potessero essere commessi altri reati».
Inoltre, la Procura della Repubblica ha nominato un custode giudiziario per consentire all’azienda di poter continuare l’attività produttiva nel rispetto delle norme a tutela dell’ambiente. Copme sottolineato dalla Procura, «l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine continueranno nella loro sinergica attività volta alla tutela dell’ambiente su tutto il territorio provinciale, attività che aveva già portato all’accertamento di altri reati in materia ambientale anche ad opera della predetta azienda a causa della dispersione non autorizzata nell’ambiente di reflui industriali contenenti tensioattivi, composti chimici di sintesi altamente inquinanti per le matrici naturali, soprattutto corpi idrici e suoli, ma alcuni giorni fa il reato è stato reiterato».
Al momento, dovrebbe esserci un iscritto nel registro degli indagati, ma ovviamente non si esclude che ulteriori nomi possano finire nell’elenco dei magistrati.
La notizia del sequestro ha destato clamore e segnali di approvazione da parte degli ambientalisti che avevano auspicato azioni forti dopo la pubblicazione, su queste stesse colonne, delle immagini della schiuma nel canale Funnone, seguite poi da ulteriori episodi – ben più visibili, con sciuma fin sulla Statale 85 Venafrana – su cui pare siano stati accesi ulteriori riflettori. Insomma, gli inquirenti non mollano la presa. La speranza degli ambientalisti e dell’opinione pubblica in generale è che gli eventuali responsabili possano essere perseguiti severamente.

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