Il record, tristemente negativo, è ormai ad un passo anche dal punto di vista formale. Mai, negli ultimi anni, Venafro aveva fatto registrate così tanti sforamenti delle polveri sottili. Al 23 dicembre il numero di superamenti del valore limite ha fatto segnare quota 50. Contro i 35 sforamenti ammessi. Dal 2012 solo altre due volte è stata raggiunta una soglia simile. In particolare proprio nel 2012 e poi nel 2013 quando i superamenti furono 53. Dal 2014 al 2019 si è andati nell’ordine dei 44, 27, 24, 25, 24 e 39.
Nel 2020 a dire il vero, in piena emergenza, il sindaco Alfredo Ricci provò a placare il Pm10 con il blocco della circolazione ai veicoli inferiri ad Euro 3 e con il limite di 10 ore giornaliere per l’accensione del riscaldamento domestico. Pure il presidente della Regione Donato Toma prororò l’ordinanza che devia parte del traffico pesante fuori dal centro abitato. Oltre questo, però, nulla.
Quest’anno, negli ultimi giorni, nello specifico dal 15 dicembre si è registrata una continua impennata fino al 50esimo sforamento del 23 dicembre che ha fatto registrare un valore di 119 ug/m3 (con un limite fissato a 50 ug/m3)…
Altro discorso, che pure andrebbe approfondito a dovere, è rappresentato dal particolato ultrafine. I dato sono praticamente da impazzire. Il Pm2,5 ha fatto segnare anche 98 ug/m3, un valore da paura. In ogni caso, dal 15 dicembre si è sempre sopra i 67 ug/m3. Anche se il particolato ultrafine per legge va misurato in media annuale, non significa che non faccia male respirare aria così inquinata per ormai 10 giorni consecutivi. Senza che nessuno abbia fatto nulla di concreto. Nessun allarmismo. Basta leggere cosa dice Arpa Molise al riguardo. «Il materiale particolato presente nell’aria è costituito da una miscela di particelle solide e liquide, che possono rimanere sospese anche per lunghi periodi. Le particelle hanno dimensioni comprese tra 0,005 μm e 50-150 μm, e sono costituite da una miscela di elementi quali carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti organici, frammenti di suolo, ecc… Le polveri totali vengono generalmente distinte in tre classi dimensionali corrispondenti alla capacità di penetrazione nelle vie respiratorie da cui dipende l’intensità degli effetti nocivi».
Quindi, si legge ancora come «in particolare il Pm10 – particolato formato da particelle con diametro < 10 μm, è una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso, faringe e laringe). Il Pm2,5 – particolato fine con diametro < 2.5 μm, è una polvere toracica, cioè in grado di penetrare nel tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi, bronchioli)». Le sorgenti del particolato possono essere naturali e antropiche. Tra quelle antropiche, Arpa indica: emissioni della combustione dei motori (autocarri, automobili, aeroplani, navi); emissioni del riscaldamento domestico (in particolare gasolio, carbone e legna); residui dell’usura del manto stradale, dei freni e delle gomme delle vetture n emissioni di impianti industriali; lavorazioni agricole; inceneritori e centrali elettriche.
Volendo scendere poi nello specifico di ciò che le autorità ‘pensano’ dell’inquinamento, basta leggere un opuscoletto del Ministero della Salute incentrato proprio sugli “effetti sulla salute”: «Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra esposizione acuta a particolato aerodiperso e sintomi respiratori, alterazioni della funzionalità respiratoria, ricoveri in ospedale e mortalità per malattie respiratorie. Inoltre, l’esposizione prolungata nel tempo a particolato, già a partire da basse dosi, è associata all’incremento di mortalità per malattie respiratorie e di patologie quali bronchiti croniche, asma e riduzione della funzionalità respiratoria. L’esposizione cronica, inoltre, è verosimilmente associata ad un incremento di rischio di tumore delle vie respiratorie. Il cancro è stato associato in particolare con l’esposizione a particolato di combustione (particolato più fine); la fuliggine ha infatti proprietà cancerogene e numerosi idrocarburi aromatici policiclici, alcuni dei quali cancerogeni, sono assorbiti sul particolato fine che viene inalato profondamente nei polmoni. Si segnala che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato di mantenere la concentrazione di tale inquinante al livello il più basso possibile, non esistendo un livello soglia al disotto del quale non sono dimostrabili effetti sulla salute».

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