Clamoroso a Pizzone: la Prefettura di Isernia ha infatti provveduto a reintegrare sindaco e Consiglio comunale. Alla vigilia di Natale, come si ricorderà, l’ufficio territoriale del governo aveva emanato un decreto con la sospensione del Consiglio e la contestuale nomina di Giuseppina Ferri quale commissaria straordinaria dell’ente. Per 20 giorni la vice prefetto ha operato adottando provvedimenti con i poteri di giunta e Consiglio. Tuttavia, nelle ultime ore qualche funzionario evidentemente si è accorto che forse il decreto non era del tutto corretto ed ha provveduto a notificare a tutti gli amministratori comunali pizzonesi l’annullamento in autotutela del decreto del 24 dicembre 2020.
Insomma, anche se il Tuel sul caso è abbastanza controverso, la prassi vuole che in caso di mancata approvazione e discussione del bilancio (salvaguardia degli equilibri nello specifico a Pizzone) occorra la nomina di un commissario sì, ma ad acta: significa che adesso Giuseppina Ferri resterà in paese ma con il solo compito di vagliare e approvare la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Mentre per tutto il resto, è ufficialmente di nuovo in carica l’amministrazione della sindaca Letizia Di Iorio. Il caos era scoppiato prima di Natale quando per la terza volta consecutiva la seduta consiliare era andata deserta. Motivazioni politiche a quanto pare dietro la diserzione di massa. O meglio: una guerra di successione avviata con mesi di anticipo. A Pizzone si tornerà al voto in primavera e tra i contendenti figurano l’ex vincesindaco Libero Di Iorio e l’attuale numero 2 del Comune Veronica Di Cristofano. Uno scontro sul futuro candidato a sindaco che ha portato allo stallo della maggioranza e alla sospensione dell’assise civica. Alla vice prefetto, con il decreto della vigilia di Natale, erano stati attribuiti i poteri spettanti all’assise, alla giunta e al sindaco. Nel provvedimento si faceva riferimento al fatto che la mancata approvazione degli equilibri viene equiparata dal Testo unico alla mancata approvazione del bilancio di previsione. Decereto che è stato però adesso annullato dalla stessa Prefettura.
Sia come sia, il futuro è ancora tutto da scrivere. La sindaca che lunedì rientrerà in Municipio riuscirà a ritrovare la maggioranza per andare avanti e completare la legislatura? Oppure chi ha avviato la guerra intestina procederà con le dimissioni di massa (la metà più uno dei consiglieri assegnati) e a quel punto l’avventura della Di Iorio sarà davvero finita in anticipo di qualche mese?
Non resta che attendere, così come non resta che attendere per conoscere ufficialmente le ragioni dell’”errore” che hanno portato alla defenestrazione dell’intero Consiglio comunale. Rinvenire precedenti del fatto in sè appare arduo. In ogni caso, l’articolo 193 del Tuel al comma 4 recita: “La mancata adozione, da parte dell’ente, dei provvedimenti di riequilibrio previsti dal presente articolo è equiparata ad ogni effetto alla mancata approvazione del bilancio di previsione di cui all’articolo 141, con applicazione della procedura prevista dal comma 2 del medesimo articolo”. Articolo 141 che a sua volta spiega come “trascorso il termine entro il quale il bilancio deve essere approvato senza che sia stato predisposto dalla giunta il relativo schema, l’organo regionale di controllo nomina un commissario affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio. In tal caso e comunque quando il Consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla giunta, l’organo regionale di controllo assegna al Consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito commissario, all’amministrazione inadempiente. Del provvedimento sostitutivo è data comunicazione al prefetto che inizia la procedura per lo scioglimento del Consiglio”.
Una norma del 2000 che forse andrebbe aggiornata e resa ancora più chiara.

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