Vertenza ex lavoratori Lsu: la speranza dell’amministrazione comunale era tutta riposta nella Cassazione. Speranza che è naufragata in queste ore con la decisione della Suprema Corte che ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Campobasso, condannando il Comune di Venafro in via definitiva.
A questo punto a Palazzo Cimorelli piove veramente sul bagnato.
La notizia è stata rosa nota dei legati dei ricorrenti, gli avvocati Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, che parlano di vittoria piena: «Giustizia è fatta! Lsu: per la Cassazione è subordinato il lavoro svolto per il Comune di Venafro in difformità del progetto. Adesso l’ente locale molisano – scrivono i due noti avvocati in una nota – deve pagare differenze retributive, danno eurounitario e le spese legali per milioni di euro».
Sintetizzano così i legali la sentenza che manda a tappeto l’amministrazione Ricci, che non attivò la procedura della transazione con i lavoratori, preferendo ancora una volta la strada giudiziaria.
«La Suprema Corte di Cassazione, con decisione del 13 giugno 2022 – chiariscono ancora i due legali –, conferma la sentenza della Corte di Appello di Campobasso che ha accolto le domande di diversi lavoratori, assistiti dagli avvocati Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, con cui avevano sostenuto che i rapporti di lavoro socialmente utili intercorsi con il Comune di Venafro si erano in realtà svolti in difformità dei progetti per i quali essi erano stati stipulati e si erano connotati come svolgimento di lavoro dipendente!La Corte d’Appello, dopo un’attenta istruttoria, ha ritenuto comprovato l’inserimento dei lavoratori, nei lunghi periodi ultradecennali, nell’organizzazione del Comune, per lo svolgimento di un servizio rientrante nei suoi fini istituzionali e con mansioni assolutamente ordinarie e connotate da radicali difformità dal progetto. Il tutto con osservanza di orari e disposizioni. La Suprema Corte – spiegano ancora gli avvocati degli ex lavoratori socialmente utili – ha ritenuto correttamente valutata la diversità di mansioni tra i progetti di L.s.u. e il lavoro concretamente svolto presso l’ente. La Corte di legittimità ha ritenuto, inoltre, ininfluente la natura salariale corrisposta a fronte dell’attività subordinata per il parametro della direzione da parte dei superiori e dell’inserimento stabile in un servizio proprio dei fini istituzionali del Comune qual è, per esempio l’Ufficio gare, con gestione, monitoraggio e rendicontazioni delle opere pubbliche realizzate! Infine, la Cassazione ha confermato il dovuto risarcimento eurounitario da abusiva reiterazione dei contratti a termine».
Il Comune di Venafro ora rischia grosso. Potrebbero saltare tutte le previsioni sotto il profilo finanziario e contabile con lo spettro reale del dissesto finanziario.
Il sindaco Alfredo Ricci il 30 ottobre 2020 dettò la linea alla sua giunta, puntando sul ricorso. I giudici romani della Suprema Corte hanno respinto le tesi sostenute dall’amministrazione e ora si valutanole conseguenze per Palazzo Cimorelli.
Ricordiamo che già la Corte di Appello di Campobasso aveva condannato il Comune di Venafro al pagamento in favore di ogni lavoratore socialmente utile della somma di 65.769,34 euro oltre interessi e rivalutazione fino al soddisfo. Inoltre, nella medesima sentenza, il Comune di Venafro fu condannato al pagamento delle spese legali pari a 3.500,00 euro, oltre spese generali pari al 15%, Iva e Cpa come per legge.
Occorre anche ricordare che in vista della decisione della Cassazione, la maggioranza Ricci aveva riconosciuto il debito con una previsione annuale di 153.188,98 euro per il 2021, 156.900,00 euro per il 2022 e per il 2023. Ma ora, quasi sicuramente, occorre rivedere tutto in sede del redigendo bilancio di previsione 2022/2024, considerato che i legali dei ricorrenti parlano di danno «per milioni di euro».
Su questa previsione, già varata dall’aula consiliare, votarono contro i consiglieri di opposizione Nicandro Cotugno, Stefano Buono e Carmine Amoroso. La minoranza proponeva una transizione tra le parti che avrebbe, di certo, fatto risparmiare qualcosa alle casse comunali. L’amministrazione Ricci, invece, tirò dritto e optò per il ricorso in Cassazione. Oggi la sentenza. E da domani si cominceranno a fare i conti.
Una spada di Damocle (e non è l’unica) pende sulla testa dell’amministrazione comunale di Venafro. Dopo la bocciatura della Corte dei conti sezione regionale del Molise del piano decennale di rientro, arriva anche quest’altra tegola da Roma che potrebbe mettere a rischio la tenuta dei conti dell’ente.

Marco Fusco

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