È il centro più importante – per numero di residenti – di quelli molisani interessati dalla tornata delle amministrative della prossima primavera.
Considerata la porta sud del Molise, terra ricca di storia e cultura, patria dell’unico parco regionale dell’olivo, la città negli ultimi anni è finita spesso sotto i riflettori per l’aumento dei livelli di inquinamento. Un problema, afferma l’eurodeputato venafrano Aldo Patriciello, che va risolto nel minore tempo possibile.
Il navigato politico parla anche di elezioni comunali e senza troppi giri di parole mette a tacere le numerose indiscrezioni circolate che lo vedrebbero appoggiare uno schieramento piuttosto che un altro: sono a disposizione di tutti – spiega – a prescindere dal ruolo e dalla connotazione, purché l’azione politica sia nell’interesse dalla mia, della nostra città.
Onorevole Patriciello, la situazione dell’inquinamento della piana di Venafro tiene banco da un bel po’ di tempo eppure non sembra trovarsi una via d’uscita definitiva. La sua idea in proposito?
«Occorre agire e occorre farlo in fretta. Si è parlato tanto e a lungo dei problemi della Piana: ora è tempo di trovare soluzioni pratiche e definitive. Non possiamo permetterci di assistere passivamente al danneggiamento del nostro territorio. Lo dico da cittadino e padre di famiglia, prima ancora che come eurodeputato».
Andando nel concreto: che cosa bisognerebbe fare?
«Non ho certo la presunzione di sostituirmi alle istituzioni che sono chiamate ad occuparsi del problema ambientale. Dico solo che qui ne va della salute dei cittadini e dell’economia di un intero territorio. La Procura sta facendo un lavoro encomiabile di cui le istituzioni devono tener conto. Ritengo che sia utile aprire un tavolo istituzionale con l’Ispra per stabilire le azoni concrete da intraprendere circa il monitoraggio e gli interventi strutturali per risolvere definitivamente il problema.
Mi viene in mente ad esempio fare con immediatezza una forte azione di rimboschimento dei nostri monti dilaniati dai numerosi incendi degli ultimi 30 anni».
Quest’anno si vota per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Venafro. Sarà della partita, anche solo indirettamente?
«Ah, guardi, glielo posso garantire: assolutamente no! E non lo sarò proprio perché sono molto preoccupato per Venafro».
Sia più chiaro?
«Guardi, sono parlamentare europeo da molti anni. Frequento per impegni istituzionali Bruxelles, Strasburgo e altre città europee. Ma la mia terra è questa. Ho scelto di vivere e lavorare qui da sempre. E come me anche i miei figli. L’ho fatto perché credo fermamente che Venafro e il suo territorio abbiano tutte le carte in regola per essere uno dei centri economici e produttivi più importanti della regione. Voglio davvero mettermi a disposizione di chiunque abbia un’idea vincente per lo sviluppo della città, al di là del risultato elettorale. E lo voglio a tal punto da non voler essere parte attiva nella competizione elettorale, proprio per evitare divisioni, fraintendimenti o dietrologie spicciole. Sarò semplicemente uno spettatore, ma di quelli interessati al bene di questo territorio».
Nessun candidato legato a Patriciello, quindi?
«Esatto, proprio così. Non posso escludere ovviamente che possano esserci candidati con cui ho rapporti personali, di amicizia o lavorativi. Sarebbe strano il contrario, considerando che viviamo in un territorio in cui ci si conosce un po’ tutti. Ma questo non implica assolutamente un mio coinvolgimento in alcun modo: ciascun candidato porterà le proprie idee e il proprio contributo politico a titolo esclusivamente personale, ci mancherebbe».
Nel frattempo, però, è iniziato il toto-candidati. E i papabili sembrano essere tanti. Cosa serve a Venafro?
«Senza voler entrare nello specifico e nei singoli nomi, credo che Venafro abbia bisogno innanzitutto di recuperare la capacità di programmare il futuro. Con coraggio, e ambizione. Grande attenzione quindi alla tutela dell’ambiente, certo. Ma senza dimenticare il nostro patrimonio artistico e culturale, il commercio, le attività produttive, i tanti giovani costretti ad emigrare in cerca di un lavoro, le famiglie, i nostri anziani».
Un programma elettorale bello e buono. Ma è sicuro di non volersi candidare?
«Più che sicuro. Ma le ripeto: non essere parte della competizione elettorale non significa disinteressarsi. Tutto il contrario, semmai. E sono pronto a dare una mano a chiunque ne abbia bisogno, che sia di maggioranza o di opposizione».
ppm

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