Si è tenuto ieri mattina, presso il tribunale di Isernia, l’udienza di convalida con il contestuale interrogatorio di garanzia per i coniugi di Venafro arrestati sabato scorso dagli agenti della Squadra Mobile di Isernia con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
Davanti al gip Caroppoli, rappresentati dall’avvocato Claudio Petrecca, i due indagati hanno risposto alle domande del magistrato.
La coppia avrebbe confermato la versione degli investigatori sia pure con i dovuti accorgimenti. L’avvocato Petrecca ha chiesto per entrambi la scarcerazione, richiesta che, però, è stata rigettata.
Il legale presenterà nuova istanza con ulteriori motivazioni quando il pubblico ministero titolare, Iannitti, sarà presente alla prossima udienza. Durante la convalida Iannitti, infatti, è stato sostituito da Gaeta.
La donna si è collegata in udienza da remoto dal carcere di Chieti mentre il marito ha assistito in presenza a Isernia. Come si ricorderà, i due coniugi sono stati arrestati nella propria abitazione lo scorso 15 aprile. Gli agenti hanno sequestrato quasi 4 etti di cocaina in quello che sembrava un vero e proprio festino a base di droga, visto che durante il blitz dei militari altre persone erano presenti all’interno dell’abitazione.
I poliziotti hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Isernia nell’ambito di un’indagine che li ha portati a ritrovare, sul tavolino del salone, polvere bianca «raccolta in strisce, pronta al consumo».
Mentre gli uomini della Squadra Mobile di Isernia procedevano alla perquisizione, altre persone presenti nell’appartamento hanno cercato di disfarsi della sostanza stupefacente gettando un piccolo involucro di cellophane e una cassaforte metallica dalla finestra della camera da letto.
Alcuni operatori, rimasti all’esterno, hanno prontamente recuperato il materiale.
Per aprire la cassaforte si è reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco. Alla fine delle operazioni gli agenti hanno rinvenuto 380 grammi di cocaina suddivisi in 7 pacchetti.
I coniugi rimangono, dunque, in carcere e avranno modo di difendersi dalle accuse nel prosieguo dell’iter processuale.

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