Interviste di fine anno al capo dell’opposizione Enzo Bianchi e al sindaco di Venafro Alfredo Ricci.
Iniziamo oggi con l’opposizione, con un Bianchi a tutto campo, che chiarisce la sua posizione e quella del suo gruppo nel rapporto con la maggioranza. Toccati tutti i tempi caldi che da tempo animano l’opinione pubblica, fino all’annunciata soppressione del “don Giulio Testa”. Bianchi risponde volentieri alle nostre domande.
Consigliere Bianchi, si chiude un 2023 che ha visto la riconferma a sindaco di Venafro Alfredo Ricci. Lei con la sua lista ha ottenuto un buon risultato. Si attendeva di più dall’esito elettorale?
«L’anno che volge al termine ha visto la riconferma di Ricci a sindaco della nostra amata città e di altri amministratori che, insieme, hanno amministrato per più di 15 anni. I risultati raggiunti, purtroppo per la nostra città, sono sotto gli occhi di tutti. In ultimo il ridimensionamento scolastico del plesso don Giulio Testa: questa è l’amara realtà. Il nostro obiettivo, consapevoli di tale realtà, era quello di restituire ai venafrani una città rinnovata, nell’aspetto e nelle opportunità: sostenibilità, sicurezza, sanità, partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative, restanza per i giovani che avevano ed hanno il diritto di rimanere nella propria città e creare impresa anziché cercare lavoro ‘emigrando’. Del risultato conseguito dalla nostra lista, sono più che soddisfatto e di questo ancora ringrazio quanti hanno creduto nel nostro programma; 1600 voti penso che sia un risultato abbastanza significativo. Se poi aggiungiamo il clamoroso errore nella fase di formazione delle liste, il gioco di qualcuno è bello che fatto. Sì perché le 3 liste, che oggi rappresentano la minoranza in Consiglio comunale, insieme rappresentano il 49,4 per cento dei voti validi; non saprei se con due liste il risultato sarebbe stato lo stesso. Bravo a chi ha avuto questa intuizione strategica».
Il 2023 si chiude a stretto giro di posta: come giudica l’operato dell’Amministrazione Ricci?
«Non è il mio ruolo giudicare. Mi reputo un cittadino attento alle dinamiche, soprattutto sociali, della nostra collettività; però, quale spettatore attento, ritengo che non si possa essere assolutamente soddisfatti dei risultati ottenuti fino ad oggi; basta guardare con occhio sereno ed oggettivo le criticità oramai particolarmente ‘serie’: l’ultimo censimento ha certificato uno spopolamento che ha portato la nostra città al di sotto di 11.000 residenti (10.000 e rotti); sul tema ambiente oramai siamo veramente in una situazione di grave pericolosità. Ricordo che tale argomento, vivaddio, sarà oggetto di discussione nella seduta del consiglio del 29.12.23 (ieri, ndr); occupazione che non c’è: siamo arrivati ad un tasso di disoccupazione del 8,4 per cento, soprattutto quella giovanile. Commercio, settore trainante di un tempo che fu, oggi vede imprese in difficoltà, attività che chiudono, giovani che emigrano per trovare lavoro. E poi, ancora, sanità, servizi in senso generale, agricoltura…che dire? Abbiamo accennato a dei punti di debolezza, ma qualcuno potrebbe dirmi quali sono invece i punti di forza? Forse sono io che non riesco a coglierli. Ecco perché c’è da essere insoddisfatti».
Come opposizione state ponendo tante questioni con mozioni, interpellanze, interrogazioni. Dopo anni è tornata l’opposizione vera al Comune di Venafro. Quale giudizio dà sull’opposizione, di cui a lei riconoscono il ruolo di leader?
«Io non vorrei essere frainteso, già ho spiegato dall’inizio della legislatura che, almeno per noi della lista “Oggi per Venafro”, che comprende anche la consigliera Carmen Mancone, la posizione in seno al Consiglio comunale è collocata insieme ad altri amici, in minoranza; non ci consideriamo opposizione a prescindere. Le criticità in parte da noi già evidenziate, sono ben note anche alla Corte dei Conti, che con deliberazione n°213/ 2023 nelle “Conclusioni…”. La Sezione regionale ritiene ancora non integrato il requisito del “grave e reiterato” mancato rispetto degli obiettivi intermedi al cui accertamento il legislatore subordina gli effetti dall’articolo 243-quater, comma 7 del Tuel”, Relativamente alle minoranze ritengo che stanno svolgendo bene il proprio ruolo, che non è contro le persone, senza prepotenze, arroganze, dispettucci o giù di lì, ma un ruolo fatto di logica in più, correttezza delle azioni, delle proposte, nel rispetto delle Istituzioni e dei cittadini».
Consigliere Bianchi, il 2024 come lo immagina per i cittadini? Quale futuro attende la città di Venafro?
«Oramai il 2023 lascia il posto al 2024. A dire il vero non sono affatto tranquillo. È bene non farsi troppe illusioni; affrontiamo con attenzione le difficoltà, i problemi, con spirito ed impegno rinnovato verso una città che per me, resterà sempre la “gemma del Molise”. Solo così potremmo affrontare il futuro con una vision unitaria nell’unico interesse che è il bene della nostra collettività. invertiamo il trend, da un feedback negativo ad un feedback positivo dove, la soddisfazione sociale sia sentita da tutti. In conclusione auguriamoci che il 2024 sia foriero di: attrazione di imprese, di utenza regionale ed extraregionale, investimenti, miglioramento dei servizi, favorire occupazione giovanile da incentivare, soprattutto uno sguardo in più per le categorie deboli, nella Sanità, nel Sociale. All’amico Alfredo Ricci confidavo qualche mese fa, alla luce di questa mia analisi, di lavorare in sintonia nell’interesse della collettività attraverso un “patto di non belligeranza” che abbia come parola d’ordine: Venafro città viva e vitale, produttiva, sicura, attraente e resiliente. Lavorare nell’esclusivo interesse della città, su progetti fattibili, pensati come investimento per il futuro. Più volte ho concluso dicendo: “Ci sono delle volte in cui facciamo la storia e ci sono volte in cui la storia ci rende quello che siamo”. A tutti i cittadini un augurio di pace e serenità ai nostri giovani “ad maiora semper” e che “Iddio” ci assista. Buon anno a tutti».
Marco Fusco

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