«Ci sentiamo di dire che sono due le problematiche riscontrate sul territorio di riferimento: la presenza degli impianti industriali che insistono sulla zona e il superamento del pm10 a Venafro. Su questo occorre lavorare e aggiornare i dati, ormai vecchi».
Così la dottoressa del Cnr di Pisa in videocollegamento nell’intervento molto applaudito dalla platea. Al consiglio comunale “aperto” erano presenti l’assessore regionale Andrea Di Lucente, i vertici dell’Arpa Molise, le associazioni ambientaliste locali, regionali e nazionali e tantissimi cittadini.
Occorre un lavoro dettagliato per la caratterizzazione del particolato: è quanto emerso dalla relazione a distanza degli esperti dell’Ispra che non hanno molto convinto la platea perché si è parlato di dati risalenti addirittura al 2011, sulle campagne di giugno 2021 e gennaio-marzo 2022. La presenza di potassio a Venafro, rispetto a Pozzilli e Sesto Campano, fa pensare alla combustione di biomasse. Insomma, gli studi portati avanti in questi ultimi anni, anche se hanno rappresentato un apripista importante, sono molto carenti e non sciolgono tutti i dubbi sulle cause dell’inquinamento. Su questo si è aperta la discussione che si è protratta fino a tarda serata e sulla quale daremo tutti gli approfondimenti nell’edizione di domani.
In consiglio comunale anche gli studenti con il presidente del comitato studentesco che ha parlato di «una battaglia di civiltà che non può vedere noi giovani alla finestra. Per questo, anche in questa autorevole sede istituzionale, facciamo nostre le tante battaglie portate avanti in questi anni soprattutto dalle Mamme per la Salute di Venafro, pronti a proseguire le nostre azioni in dialogo con tutti, in modo particolare con la gente di questo territorio che vive sulla propria pelle le mancanze da parte di chi dovrebbe tutelare l’ambiente e la salute pubblica. Per questo chiediamo di applicare misure urgenti vista la gravità della situazione, in particolare: l’assoluta, immediata moratoria all’insediamento nella Valle del Volturno di qualsiasi nuova fonte di emissione e immissione di inquinante; l’incrocio dei dati disponibili, come i vari Piani di monitoraggio, redatti a partire dal 2010; l’individuazione delle principali sorgenti di emissioni: l’adozione di un piano di miglioramento della qualità dell’aria che imponga, nell’immediato, la drastica riduzione delle emissioni delle sorgenti già identificate; il potenziamento dei sistemi di controllo e rilevamento della qualità dell’aria, una seria indagine sulla presenza di diossine nel territorio. Dopo la grave situazione emersa nel 2012, nessuno studio in merito è stato più realizzato. In 12 anni non è stata più verificata la presenza di diossina in idonee matrici; l’attivazione effettiva e permanente del Registro tumori. Abbiamo accolto positivamente le ultimissime notizie giunte dalla Regione Molise ma attendiamo che tutto venga messo a sistema; infine la dotazione di impianti per il rilevamento meteo climatico».

M.F.

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