Si accende di nuovo il dibattito, farcito di non poche polemiche, intorno al rilancio dell’Ospedale di Comunità di Venafro, dopo il duro comunicato dei giorni scorsi dei vertici del Comitato “Santissimo Rosario”. Infatti Mario Giannini e Gianni Vaccone avevano provocatoriamente chiesto ai rappresentanti politici del territorio di non partecipare ai riti religiosi durante le festività dedicate ai santi patroni Nicandro, Marciano e Daria. A tutto questo ha replicato a muso duro l’ex assessore comunale Massimiliano Di Vito: «A quale titolo Giannini e Vaccone chiedono ai rappresentanti politici del territorio di ‘astenersi’ dal partecipare alle festività religiose dei Santi Patroni di Venafro? In base a quale principio, chi dice di battersi per l’ospedale Ss Rosario decide chi può o non può prendere parte ad un momento collettivo di preghiera? C’è da restare basiti di fronte a queste ‘richieste’ che attengono alla partecipazione a titolo personale ai riti religiosi».
Dati alla mano Massimiliano Di Vito smonta la tesi di Giannini e Vaccone circa i finanziamenti ottenuti per l’Ospedale di Comunità di Venafro, citando una fonte autorevole; «Sarà il caso di ricordare, a chi non si comprende quale beneficio abbia apportato come politico alla comunità venafrana – prosegue Di Vito -, che solo in Molise, secondo l’Osservatorio Gimbe, in tutti i distretti sanitari si garantiscono gli 8 servizi previsti e fra queste Case della Comunità c’è anche Venafro. Ricapitoliamo: da un anno è finalmente operativa la Rsa con 20 posti letto e la prospettiva di passare a 40. Per l’Ospedale di Comunità di Venafro, finanziato con i fondi del Pnrr, gli investimenti per il triennio 2024-2027 ammontano ad oltre 3 milioni di euro. A questi si sommano i circa 200mila euro per la Cot (centrale operativa territoriale) sempre finanziata con il Pnrr. E che un milione di euro è il finanziamento per la Casa della Comunità di Venafro, fra quelle che hanno portato il Molise al primo posto della classifica Gimbe. Quando la politica strumentalizza persino la religiosità – conclude -, significa che non si hanno altri argomenti da trattare».

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