Non si placa il confronto politico intorno al Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo delle cariche fissate per il 26 ottobre. Dopo l’interrogazione consiliare presentata dalla capogruppo del Partito Democratico Micaela Fanelli e la successiva replica del presidente dell’ente Raffaele Cotugno, arriva ora la controreplica della consigliera dem, che rivendica la piena legittimità della propria azione di controllo e invita il vertice consortile a garantire la massima trasparenza.
«In democrazia – scrive Fanelli – alle minoranze è attribuita la responsabilità di esercitare le funzioni di controllo, soprattutto in momenti importanti come quelli elettorali. È doveroso, quindi, chiedere la conoscenza di tutti gli atti in occasione delle elezioni, affinché i consorziati possano esprimersi con piena consapevolezza. Se non ora, quando?».
La consigliera sottolinea come parte della documentazione richiesta «non sia disponibile sul sito o sia priva del necessario dettaglio», citando in particolare i bilanci degli anni passati. «Ma qual è il problema a fornirla? – domanda – Non voglio pensare ci sia qualcosa da nascondere».
Fanelli evidenzia poi un punto specifico: «Oggi dovevano essere deliberate ulteriori assunzioni, ma la decisione è stata rinviata a dopo le elezioni. Bene! Non sarà merito della nostra azione, ma il rinvio è comunque opportuno, non solo perché mancavano alcuni atti autorizzatori – e ci risulta che siano state fatte molte pressioni affinché arrivassero in tempo – ma anche perché procedere a dieci giorni dal voto sarebbe stato quantomeno inopportuno».
Una stoccata che richiama ironicamente la replica del presidente Cotugno, che aveva definito “tempestiva” la nota della consigliera: «Non so se la mia richiesta sia stata tempestiva – ribatte Fanelli – ma certamente lo erano le assunzioni a pochi giorni dalle elezioni. Serviva davvero una buona dose di ironia per sorridere di fronte a una situazione che, purtroppo, non fa affatto sorridere».
La capogruppo Pd annuncia che continuerà a vigilare sulla gestione dell’ente: «Ci auguriamo di ricevere anche gli atti del nuovo reclutamento, come la legge prevede. Nel frattempo, la nostra azione di trasparenza proseguirà».
Infine, una chiosa dal tono più politico che tecnico: «La reazione piccata del presidente a una semplice richiesta di atti, senza alcuna accusa, evidenzia un certo nervosismo. Excusatio non petita, accusatio manifesta: i latini raramente sbagliavano. E non sbagliavano nemmeno nel fissare regole certe per la gestione delle acque, come dimostra la “Tavola Acquaria” conservata al museo di Venafro, che già duemila anni fa disciplinava l’uso e il controllo delle risorse idriche. Valeva allora, vale anche oggi».
Uno scontro a distanza che, a poco più di una settimana dal voto, continua ad alimentare tensioni e a spostare il dibattito dal piano amministrativo a quello politico. Sullo sfondo, la gestione di un ente strategico, crocevia di interessi economici e territoriali, che da anni rappresenta uno dei punti più sensibili del confronto tra maggioranza e opposizione regionale.
























