Arriva all’ospedale Santissimo Rosario di Venafro in condizioni critiche, ma senza Punto di primo intervento inevitabile il trasferimento al Pronto soccorso dell’ospedale “Veneziale” di Isernia. Al nosocomio pentro, però, i medici non possono fare altro che constatare il decesso. Decesso, causato da un infarto, che, da quanto si apprende, sarebbe avvenuto a metà strada tra i due nosocomi.
Lo sfortunato protagonista di questa vicenda è un uomo di Venafro di circa 60 anni. Vincenzo Spada ieri mattina ha accusato un malore e si è fatto accompagnare dai familiari in ospedale. Al Santissimo Rosario, però, come ormai noto, non è più attivo un punto di accettazione per la gestione delle emergenze. Quindi – la dinamica non è ancora molto chiara – Spada è stato fatto salire a bordo di un’ambulanza diretta all’ospedale di Isernia, ma il suo cuore si è fermato lungo il tragitto.
La notizia si è subito diffusa in città, generando dolore, sgomento ma anche tanta rabbia.
Venafro è un punto di snodo cruciale per il traffico veicolare del centro Italia, le centralissime via Campania e via Colonia Giulia e la statale Casilina Dir sono percorse ogni giorno da migliaia di veicoli e mezzi pesanti; l’agglomerato conta più di 11mila residenti (più centinaia di persone che vivono in città per ragioni di lavoro ma non hanno la residenza). A pochi chilometri dal centro ci sono diversi insediamenti industriali, tra cui aziende in cui lavorano centinaia di operai, come la Unilever (ma non è l’unica). Nel bacino geografico ricadono diversi altri comuni, tra cui, Sesto Campano, Pozzilli, Conca Casale, Filignano, Montaquila, Cerro, Rocchetta, Colli, Scapoli, Castel San Vincenzo, etc.
La domanda che si pongono i venafrani è: come si fa a lasciare un centro strategico sprovvisto di un servizio di primo soccorso? Se Vincenzo ieri mattina anziché trovare un ingresso chiuso avesse trovato un’equipe pronta a soccorrerlo, si sarebbe potuto salvare? È giusto in un Paese dove il diritto alle cure è sancito dalla Costituzione ragionare di vite umane con la calcolatrice?
Tanti gli interrogativi e numerose le polemiche che sono riesplose per la soppressione del Punto di primo intervento, che, per quanto non fosse un Pronto soccorso, dava comunque la certezza agli utenti di avere un medico a disposizione per ogni evenienza.
La morte di Vincenzo ha scosso le coscienze: si ribellano ancora una volta i cittadini, scendono in campo di nuovo amministratori locali (a lato le dichiarazioni del sindaco di Conca Casale Luciano Bucci, ndr) e il comitato “Santissimi Rosario” (parla il presidente Gianni Vaccone, ndr). Ma a prendere una iniziativa forte anche il sindaco di Venafro Alfredo Ricci, che annuncia una novità in vista del Consiglio comunale in programma per domani alle ore 19 e al cui ordine del giorno c’è pure la mozione presentata sull’argomento dalle opposizioni.
La proposta sottoscritta da tutti i consiglieri di maggioranza recita: «Ripristino del Punto di primo intervento presso ospedale “Santissimo Rosario” – Servizio senologia dell’Ospedale “Veneziale” di Isernia».
«Farò una proposta di un ordine del giorno aggiuntivo, mettendo insieme la richiesta delle opposizioni e la mia in qualità di sindaco di Venafro. Chiederò sostanzialmente al Consiglio comunale di trasformare la nota che a suo tempo inviai ai vertici della Asrem, a tutte le istituzioni, sindaci del territorio e al governatore del Molise in un ordine del giorno che impegni le autorità competenti a garantire il servizio presso la struttura ospedaliera cittadina per evitare che si ripetano episodi come quelli che si sono ripetuti negli ultimi tempi».
Come è noto, dallo scorso 16 luglio a Venafro opera un 118 “rinforzato”, ovvero, con postazione medicalizzata.
«La questione delle urgenze – ha ribadito il sindaco Ricci – deve rimanere una priorità per chiunque abbia un ruolo in questa vicenda. Io da sindaco raccolgo le preoccupazioni dei cittadini e le faccio mie. È vero che la chiusura del Punto di primo intervento era prevista, ma ora la questione centrale è che non si è capito cosa si farà in alternativa».
Quindi, Ricci ha sottolineato come «si deve partire dall’inizio, e cioè dal garantire le urgenze, e non dalla fine, cioè con la disposizione della chiusura del Punto di primo intervento. Per quanto riguarda la mia amministrazione, il Punto non deve chiudere ma deve assolutamente rimanere aperto e attivo finché non si chiarisce bene come si farà fronte alle urgenze».
Insomma, la chiusura del Punto di primo intervento al Santissimo Rosario ancora al centro delle polemiche.
«Nessuna alternativa è stata presa in considerazione dai vertici Asrem alla chiusura del servizio e tutto questo sta comportando seri problemi a livello locale», tuonano gli operatori sanitari del nosocomio cittadino.
Marco Fusco

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