Nella prime ore di sabato mattina, il personale della squadra mobile – proveniente dalle Questure di Campobasso e Foggia e dal Commissariato di Termoli e San Severo – ha dato esecuzione a decreti di fermo emessi della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, a carico di tre cittadini bulgari accusati di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione in danno di loro connazionali. I tre, appartenenti allo stesso nucleo familiare, hanno costretto una loro connazionale a prostituirsi lungo la SS 16 nella zona del Comune di san Severo. Alla ragazza erano costantemente rivolte minacce di ritorsione nei confronti dei familiari, anche residenti in Bulgaria. La madre, in particolare, si occupava di controllare costantemente la vittima, presenziando anche personalmente sulla SS16 il contatto con i clienti e riscuotendo subito dopo il denaro dalle mani della vittima dello sfruttamento.

Costretta a subire continue violenze e a vivere in condizioni quasi disumane in un casolare nelle campagne di San Severo, la donna è riuscita a trovare la forza di reagire e di sottrarsi al controllo dei suoi aguzzini. Con l’aiuto di una persona amica è riuscita a raggiungere gli uffici del Commissariato di Termoli, denunciando ogni cosa. Da qui sono partite le prime indagini e la ricerca di riscontri, che hanno poi consentito all’autorità giudiziaria competente l’emissione del fermo a carico dei i responsabili.

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