Il 6 marzo scorso, il Tribunale di Campobasso (Giudice Margherita Cardona Albini) ha emesso un’importante sentenza contro un istituto di credito presente nel capoluogo, obbligato a restituire oltre 450mila euro ad un proprio correntista, un imprenditore assistito dall’avv. Aldo De Benedittis. “Il correntista in questione, titolare di un’impresa edile, – ha spiegato il legale – si era opposto alla pratica illegittima dell’anatocismo” (ossia quando la banca applica degli interessi aggiuntivi su una somma dovuta a titolo di interesse e non ancora pagata), “ed ha visto riconosciuti i propri diritti di restituzione di quanto indebitamente pagato negli anni nel corso dei rapporti contrattuali di conto corrente intrattenuti”.

“Si tratta dell’ennesima sentenza a favore dei correntisti – ha commentato con soddisfazione l’avvocato – e contro una pratica attuata illegittimamente dalle banche, che in passato capitalizzavano trimestralmente gli interessi passivi, commissioni di massimo scoperto e spese”. “Pertanto – ha sottolineato De Benedittis – chi ha avuto, nel corso degli anni passati, scoperti di conto corrente può richiedere la restituzione di ingenti somme pagate indebitamente alle banche. E ciò è possibile anche per i rapporti di conto corrente già estinti, purché non siano decorsi 10 anni dalla loro chiusura o estinzione. La ripetizione dell’indebito può essere richiesta fin dall’inizio del rapporto contrattuale (quindi, a ritroso, anche da 10, 20 o 30 anni) purché si sia in possesso della documentazione contabile di riferimento (estratti conto)”. “Massima attenzione, inoltre, per i correntisti a cui è stato notificato un Decreto Ingiuntivo!” – ha concluso l’avvocato. “Nella maggior parte dei casi, infatti, dalla rielaborazione del conto corrente risulta un credito a favore e non un debito,oppure l’eventuale debito si riduce di somme consistenti. Opporsi sempre entro 40 giorni dalla notifica dello stesso”.

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