Si è concluso oggi il processo a carico dell’ex presidente del consiglio regionale Michele Picciano. I giudici lo hanno assolto per il reato di concussione, mentre l’altro reato – voto di scambio – è stato dichiarato. L’ultima udienza è iniziata alle 10 di stamane, alla presenza dello stesso presidente di Molise Acque, che all’epoca dei fatti era assessore regionale. Picciano era accusato di aver concesso 75 borse di studio da 8.600 euro cercando in cambio un appoggio per la campagna elettorale del 2006. La sentenza doveva essere letta lo scorso 28 maggio, ma il giudice fu costretto a rinviare l’ultima udienza per legittimo impedimento da parte dello stesso Picciano, ricoverato in ospedale. Stamane, in apertura di udienza, sono stati ascoltati gli ultimi due testimoni, i quali hanno negato ogni rapporto con l’ex assessore prima dell’ottenimento della borsa di studio e, quindi, la richiesta di voti da parte dello stesso in cambio del beneficio. Nella requisitoria, durata circa un’ora, il pubblico ministero Fabio Papa ha chiesto la condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione, con la possibilità di ridurla a 3 tre anni in caso di prescrizione di reato. L’avvocato difensore Arturo Messere ha parlato di accuse infondate, basate su forzature e informazioni sommarie. “Non ci sono prove” – ha più volte ripetuto Messere. Dopo l’arringa difensiva, i giudici si sono chiusi in camera di consiglio, leggendo il verdetto poco dopo le 13. Visibilmente soddisfatto Picciano, che dopo la sentenza ha abbracciato il suo avvocato e lasciato l’aula senza rispondere alle domande dei giornalisti.

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