Sentenza ribaltata in appello per Angelo Izzo, che è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Nel 2005, da detenuto, Izzo ottenne un lavoro presso l’associazione Città Futura, che gli fece ottenere la semilibertà, consentendogli di uscire dal carcere di Campobasso e di uccidere due donne a Ferrazzano, madre e figlia (che lavoravano presso l’associazione). Secondo i magistrati, il mostro del Circeo ottenne quel lavoro attraverso false attestazioni; ed i soldi con cui veniva pagato arrivavano, in parte, direttamente dalla sua famiglia. In primo grado, nel novembre 2008, il mostro del Circeo fu condannato ad un anno e sei mesi di reclusione. L’associazione di via Cavour era allora gestita da Dario Saccomani, condannato in primo grado (ad un anno) insieme ad Izzo. Per la morte delle due donne, invece, il mostro del Circeo era stato condannato all’ergastolo. Entrambi gli imputati erano presenti oggi in aula al momento del verdetto. Il mostro del Circeo appena appresa la sentenza ha sorriso e ripetuto più volte “assolto, assolto”, girandosi verso la moglie Donatella Papi, seduta dietro di lui.

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