In una lunga intervista che sarà pubblicata domani da Primo Piano Molise, Aldo Patriciello, già vicepresidente della Regione e europarlamentare di lungo corso, risponde alle domande del direttore Luca Colella, senza sottrarsi né risparmiarsi, anche sui temi più scomodi. Come la sanità, la politica regionale, i familiari che dal 2006 occupano quello che per anni fu il suo scranno a Palazzo D’Aimmo.
L’eurodeputato annuncia la costituzione di «un nuovo contenitore per le prossime amministrative, che possa incarnare – le sue parole – la voglia di ridare voce e forza al territorio. Per tale ragione, appena dopo le festività – ancora Patriciello – lancerò personalmente un movimento civico».
Patriciello sgombra il campo: «Non ho alcun interesse diretto a partecipare alle prossime regionali. Sono a Bruxelles ed è lì che auspico di poter essere rieletto nel 2024». Però, assicura, che sarà impegnato in prima persona. «Ci metterò la faccia» – afferma.
Alla domanda: chi sarà il prossimo cognato candidato in Molise?, l’europarlamentare risponde senza fare una grinza: «Nel nuovo contenitore civico non ci sarà nessun parente». E spiega perché.
Nella lunga intervista, mai un riferimento diretto al governatore Toma. Critiche all’operato del governo regionale – invece – più di una. A partire dalla decisione di eliminare la surroga. «Non si cambiano le regole del gioco – spiega – mentre la partita è in corso».
Il ruolo dell’Università, lo spopolamento, il Capo dello Stato, l’identikit del prossimo candidato alla presidenza della Regione. L’Europa, il ruolo del Molise a Bruxelles, il futuro del Molise.
Leggendo le sue parole, la sensazione è che l’eurodeputato ha intenzione di aprire un fronte nuovo, una sorta di rivoluzione culturale «necessaria per salvare il Molise».
Il primo passo lo muove lui, mettendo da parte i parenti: «Un gesto concreto – lo definisce – di discontinuità con il passato».

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