Trasparenza politica e mossa tattica: anche a Dire il presidente del Molise in carica consegna la disponibilità e l’ambizione a ricandidarsi, nel 2023, per la guida di Palazzo D’Aimmo. Dopo il lancio di un’agenzia nazionale, i vertici dei partiti che hanno in mano la decisione non potranno far finta di non sapere che Toma punta al secondo mandato. Ma per ora dai colonnelli locali di Forza Italia ha ricevuto silenzio. Distinguo e critiche, invece, arrivano dai coordinatori di Fratelli d’Italia e Lega. Ad ogni modo, ora il tema è anche sul tavolo di Berlusconi e Tajani, di Meloni e Salvini.
«Chi semina deve credere nel raccolto, perché se non crede nel raccolto vuol dire che ha seminato male. Io credo nel raccolto che questa Regione avrà per il prossimo quinquennio. Credo di aver seminato bene e quindi mi sono dichiarato disponibile alla coalizione di centrodestra a ricandidarmi per la presidenza di questa Regione. La mia è chiaramente una dichiarazione di disponibilità ed una dichiarazione di fede in quel che si è fatto», dice Toma all’agenzia. E aggiunge: «Io lavoro con i numeri: gli altri possono dire, parlare ed argomentare come vogliono, ma io sono abituato a lavorare con i numeri. Nonostante la pandemia, il sisma del 2018 in Molise e nonostante l’attuale situazione di guerra, i numeri hanno dato ragione agli interventi strategici di questa amministrazione. Abbiamo seminato, ritengo che dovremo raccogliere. Vorrei essere fra coloro i quali raccoglieranno nel futuro».
Toma ribadisce poi la sua appartenenza piena a Forza Italia, destinata a suo parere a giocare ancora un ruolo strategico nel centrodestra: «La quota moderata consente anche a chi ha dubbi sulla bontà dei programmi del centrodestra di misurarsi in questa coalizione, molto aperta ed accogliente». Serve, però, un rafforzamento nel coordinamento. «Noi – le sue parole – abbiamo Antonio Tajani, che gode della mia piena stima, e abbiamo i nostri ministri che sono riusciti a fare un gran lavoro. Dobbiamo credere nel futuro di questo partito, nel futuro dei moderati. Se ci crediamo e spingiamo perché il ruolo di Forza Italia sia centrale nella coalizione, ritengo che il partito possa recuperare anche quei punti di presenza nell’ambito del centrodestra che aveva un tempo».
E nel giorno della firma del contratto di sviluppo con il ministro Speranza per dare avvio all’investimento da 50 milioni previsto dal Pnrr Salute – che punta sul territorio con 13 case della comunità e sugli ospedali con la messa in sicurezza, la digitalizzazione e l’acquisto di macchinari – il presidente conferma anche l’intento di puntare sui borghi. Che rappresentano la maggior parte dei centri della regione «e fanno il paio con la scarsa antropizzazione. Abbiamo circa 66 abitanti per chilometro quadrato: è una delle più basse d’Italia, insieme alla Basilicata». Il che può essere un vantaggio «per affrontare uno sviluppo sostenibile serio, concreto. È chiaro – ancora Toma – che bisogna investire sui borghi perché i borghi hanno a volte l’handicap di dare meno servizi a chi vuol risiedervi. Abbiamo la necessità di portare, come stiamo facendo, il 5G, la connettività immateriale oltre che quella materiale, cioè l’efficienza della rete di trasporti. Abbiamo la necessità di capillarizzare i servizi sanitari perché i borghi non si spopolino e per spingere chi è interessato a una vita più accettabile, a misura d’uomo, addirittura a venire in Molise».

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