“Insieme per il futuro”. E Di Battista in una storia sui social ha commentato: per il futuro di Di Maio. Veleni a parte, attività in cui i pentastellati sembrano aver superato perfino i piddini, si chiama così la nuova creatura di Luigi Di Maio che ieri, giorno del suo onomastico, ha formalizzato la scissione. Nuovi gruppi alla Camera e al Senato, lo strappo è servito.
Con il ministro degli Esteri una cinquantina di parlamentari, cinque gli esponenti del governo fra cui Sileri e Castelli. E, poi, alla Camera l’ex sottosegretario Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella. Anche la deputata Elisabetta Barbuto. Tra gli eletti a Palazzo Madama girano i nomi di Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste e Antonella Campagna, oltre a quelli di Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Simona Nocerino, Leonardo Donno e Sergio Vaccaro. Il nascente gruppo di Di Maio attrae inoltre anche al centro. Il ministro degli Esteri, a quanto apprende l’Adnkronos, pesca anche tra le fila di “Coraggio Italia”. Raccontano, infatti, che il deputato Antonio Lombardo sia molto interessato al progetto politico dimaiano e sia fortemente tentato di lasciare il gruppo parlamentare guidato da Marco Marin che fa capo a Luigi Brugnaro.
Come si è arrivati all’addio? Intanto con l’accelerazione critica del ministro dopo il tonfo del Movimento alle amministrative. Di Maio ha messo pubblicamente in discussione, poi, la linea del presidente Conte rispetto al conflitto ucraino. Per tutta risposta, ha ricevuto la minaccia di espulsione e un fuoco di fila da parte dei vicepresidenti e dal capo di Montecitorio Fico. La vera ragione, a seguire il ragionamento di Di Battista e altri, è il divieto di terzo mandato che impedirebbe ai 5s di ricandidare Di Maio (e molti altri in verità) nel 2023.
In Molise c’è attesa per la scelta del capogruppo in Regione Andrea Greco, che poche ora fa ha preso le difese di Di Maio rivendicando il diritto di critica. Ieri, dopo l’ufficializzazione dell’addio del ministro – con cui ha cenato venerdì scorso a Isernia – il suo telefono squillava a vuoto.
Sta invece pienamente con Conte il consigliere di Palazzo D’Aimmo Angelo Primiani. «Speravo che lo strappo di potesse ricucire, invece è degenerato nel giro di poche ore», il suo commento dopo le 19. Era, d’altro canto, per lui impossibile che certi nodi non venissero al pettine. Il dualismo Di Maio – Conte era iniziato almeno a partire dall’elezione del Presidente della Repubblica. «Da parte mia – ribadisce Primiani – sostegno incondizionato a Conte, bisogna proseguire sulla sua linea e con la strutturazione sul territorio che abbiamo avviato. Quanto sta avvenendo rallenterà il processo ma non lo fermerà».

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.