Se si andasse al voto oggi con il Rosatellum, come finirebbe? YouTrend e Cattaneo Zanetto & Co hanno condotto una simulazione elettorale con tre scenari.
Nello scenario A il Pd si presenta insieme al Movimento 5 Stelle e alla lista unitaria di Sinistra Italiana e Verdi, senza alleanza con i partiti di centro (Azione/+Europa e Italia Viva): in questo caso il centrodestra vincerebbe 221 seggi su 400 alla Camera e 108 su 200 al Senato, ottenendo quindi la maggioranza assoluta per governare in entrambi i rami per Parlamento. In Molise, sia per la Camera sia per il Senato le previsioni segnalano il centrodestra in lieve vantaggio.
Ma se i 5 Stelle non dovessero allearsi col centrosinistra composto da Pd, Sinistra/Verdi, Azione/+Europa e Italia Viva, che succederebbe? In tal caso – ed è lo scenario B – il centrodestra arriverebbe a una maggioranza ancora più ampia, sfiorando il 60% dei seggi: 240 a Montecitorio e 122 a Palazzo Madama. La spaccatura dell’asse giallo-rosso porterebbe infatti la coalizione FdI-Lega-FI a vincere in gran parte dei collegi uninominali: se ne aggiudicherebbe 116 su 147 alla Camera e 59 su 74 al Senato. E, in questo quadro, in regione sarebbe in netto vantaggio per entrambi i rami del Parlamento.
In pratica solo un’alleanza molto ampia, un campo larghissimo che comprenda Pd, M5s, Sinistra/Verdi, Azione/+Europa e Italia Viva potrebbe mettere in difficoltà la nascita di un governo di centrodestra: nello scenario C il centrodestra avrebbe infatti 202 deputati e 99 senatori. E in Molise sia per Montecitorio sia per Palazzo Madama l’asse Pd-5s è dato in lieve vantaggio.
In queste simulazioni sono esclusi gli 8 deputati e i 4 senatori eletti all’estero, per cui considerando questi ultimi il centrodestra potrebbe anche raggiungere la soglia della maggioranza assoluta al Senato: sarebbe tuttavia una maggioranza molto debole, anche se con più seggi del campo giallorosso (che ne avrebbe 187 a Montecitorio e 94 a Palazzo Madama).
È un’indicazione di massima, certo, ma in queste ore è diventata ‘virale’, c’è da scommetterci, fra le delegazioni parlamentari di tutta Italia, che sono già alle prese col taglio dei posti a disposizione a partire dalle prossime elezioni e con l’altissima probabilità che le urne siano davvero vicine. Ieri è proseguita l’ormai ‘infinita’ assemblea dei parlamentari 5s, si profila un’ulteriore spaccatura con i governisti. Ma mentre il Pd rilancia l’appello ai pentastellati a restare in partita, il leader della Lega bossi ha raggiunto il presidente di Forza Italia Berlusconi in Sardegna: «Mai più con 5s, pronti anche al voto», è il messaggio che arriva dall’incontro.
La macchina elettorale, riportava ieri il Corriere della Sera, si è messa in moto. La data del decreto di scioglimento delle Camere sarebbe stata spostata in avanti di qualche giorno, a venerdì 29. Si è scoperto infatti che il 25 settembre non si potrebbe votare, perché cade in un giorno di festività ebraica. Dunque le elezioni potrebbero svolgersi la domenica successiva: il 2 ottobre.

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