Medici, infermieri, tecnici, farmacie: dal mondo della sanità il pressing sul premier Draghi è forte: in tanti gli chiedono di restare a Palazzo Chigi.
«A nome delle donne e degli uomini delle professioni sanitarie e sociosanitarie rivolgiamo un accorato appello all’unità ed alla responsabilità al presidente Draghi, al ministro Speranza, a tutte le forze politiche e sociali, ad ogni singolo rappresentante delle istituzioni, si legge in una nota congiunta firmata da Cnop, Fncf, Fnomceo, Fnopi, Onb, Fnopo, Cnoas, Fno Tsrm e Pstrp, Fnovi, e rilanciata in Molise dall’Ordine delle professioni infermieristiche di Campobasso e Isernia. «Non è il tempo – proseguono i nove Ordini – di lasciare solo chi, da oltre due anni, con competenza e dedizione, combatte in prima linea la battaglia, ancora in corso, contro la Covid-19. Non è il tempo di fermare o rallentare lo sforzo straordinario per rendere più forte e moderno il nostro Servizio sanitario nazionale e per portare avanti riforme ed investimenti attesi da anni, di cui potranno beneficiare le persone che hanno bisogno di assistenza e cura. Le ragioni dell’unità nazionale, di un sforzo comune del nostro Paese, sono rafforzate dalla guerra e dalle sue drammatiche conseguenze economiche e sociali. «Fermarsi adesso, far prevalere le ragioni personali e di parte, sarebbe un errore imperdonabile», concludono. L’appello è firmato da David Lazzari (Cnop), Nausicaa Orlandi (Fncf), Filippo Anelli (Fnomceo), Barbara Mangiacavalli (Fnopi), Vincenzo D’Anna (Onb), Silvia Vaccari (Fnopo), Gianmario Gazzi (Cnoas), Teresa Calandra (Fno Tsrm e Pstrp) e Gaetano Penocchio (Fnovi).
Si fanno sentire anche il presidente Dario Manfellotto e il comitato esecutivo della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri) insieme all’Associazione degli infermieri di Medicina Interna (Anìmo) . Si uniscono all’appello degli Ordini per chiedere «presidente del Consiglio Mario Draghi di ritirare le dimissioni affinché il governo possa andare avanti nella pienezza dei suoi poteri». «Come società scientifiche di medici e infermieri dei reparti di Medicina interna – sottolinea la Fadoi-Anìmo – presenti in tutti gli ospedali italiani e che in questi anni di pandemia hanno prestato assistenza al 70% dei pazienti ricoverati con il Covid, riteniamo che una crisi di governo in questo momento metta a rischio numerose questioni decisive per il nostro Ssn. Il riferimento è all’attuazione del Pnrr dove ci sono in ballo 20 miliardi e alla impellente riforma dell’assistenza ospedaliera (il cosiddetto nuovo Dm 70). La crisi rischia di rallentare anche l’iter per il rinnovo dei contratti per il personale sanitario, ma soprattutto c’è il pericolo di bloccare, proprio durante una nuova ondata di contagi, tutta la politica portata avanti in modo congiunto per contrastare il Covid. Il Servizio sanitario nazionale – concludono – ha bisogno di continuità e di proseguire sulla strada intrapresa. Una crisi oggi rischia di essere una tragedia per la sanità italiana e per la salute dei pazienti».
Infine, i titolari di farmacie, rappresentati da Federfarma, esprimono grande preoccupazione per le ricadute dello scenario politico che si sta delineando. Rivolgono quindi un appello alla politica tutta affinché faccia ogni sforzo possibile per tutelare il Paese dai gravi rischi che incombono, garantendo la continuità dell’azione dell’esecutivo presieduto da Mario Draghi. «Non è questo il tempo del governo degli affari correnti – dichiara il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo – ma è necessario far proseguire la piena operatività del governo Draghi, la cui autorevolezza è riconosciuta nel Paese e nel consesso internazionale».

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